Bobby ‘Blue’ Bland – Years Of Tears cover album

Non bisogna essere ipercultori per conoscere il cantante e chitarrista Bobby ‘Blue’ Bland, un soul-bluesman che calca le scene dall’immediato dopoguerra sulle orme di capiscuola quali Sonny Boy Williamson, Howlin’ Wolf, T-Bone Walker, Elmore James. Il linguaggio che più aggrada Bland non è mai esclusivamente blues, difatti ama circondarsi di gruppi corposi, arricchiti da robuste sezioni fiati, dall’Hammond, da chitarre e da cori che rendono il sound globale pieno a tal punto da risultare un perfetto ‘trait d’union’ tra il Chicago blues dei maestri ed il r’n’b.
A contrastare con decisione cotanta strumentazione ci pensa la sua voce, una voce chiara, potente e ruvida allo stesso tempo il cui grande feeling pittura il tutto di profonde tinte blues. Nonostante gli arrangiamenti di questa nuova fatica di Bland, battezzata Years Of Tears, propendano maggiormente al soul, son sufficienti alcuni suoi passaggi ammantati di ‘blue notes’ per riequilibrare il tutto.

Provate a tal proposito, a selezionare There’s A Stranger In My House: dopo l’intro fiatistico, allineato con il più classico Stax sound, è sufficiente la prima frase cantata a far virare nettamente l’atmosfera verso il blues più puro, con le spazzate di Hammond a far da tappeto assieme al piano, i cui accordi trasmettono un senso di ‘appeso’ e di etereo, ed alle punteggiature ficcanti e precise della chitarra.
Con Hole In The Wall si rimane ancor più decisamente nel mondo magico delle dodici misure, grazie ancora al ruolo dell’organo, della sei corde, e della sezione fiati, ove il nostro sembra omaggiare (con qualche vitamina in più) il linguaggio musicale caro al miglior B.B. King.

Years Of Tears: circa cinquanta minuti di sana musica nera che decretano il ritorno di un altro grande personaggio troppo poco ricordato. E pensare che una star come Buddy Guy lo cita come uno dei suoi massimi maestri.

Malaco MCD 7469 (Rhythm & Blues, 1993)

Enzo Pavoni, fonte Out Of Time n. 2, 1994

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