Gran bel disco. Chicago blues attuale con un grosso lavoro di produzione alle spalle che, in quanto ben eseguito, aggiunge valore e dimensione. Fa piacere constatare che è possibile conseguire piena soddisfazione anche in una situazione di questo tipo, in contrapposizione alle forti emozioni che prodotti più marcatamente down-home e di diversa collocazione geografica — che so, i 4 CD della Fat Possum ad esempio, Mississippi based — possono regalare.
Certo, chi ha avuto il coraggio di stroncare l’ultimo Robert Cray avrà forse modo di mettere in cattiva luce anche Force Of Nature, disinformando il lettore ‘ignaro’ ed irritando l’appassionato. Certamente il paragone artistico tra Cray e la Taylor non si pone, diverse sono le atmosfere e lo spirito di base, ma ad entrambi riconosco la volontà di confezionare un prodotto di classe che possa interessare una platea più allargata.
Force Of Nature è quindi suonato divinamente e magnificamente cantato da Koko con quella voce roca e potente dai connotati quasi maschili, ormai all’apice del potenziale espressivo. La band sciorina una musicalità compiuta, splendidamente scolpita, ricca di contrasti e sfumature che testimoniano della indiscutibile professionalità acquisita. Sezione ritmica, tastiere, due chitarre e fiati che, a dispetto della potenza e precisione, allontanano qualsiasi rischio di meccanicità e scontatezza, distillandone la essenza.
Non sarebbero forse necessari, ma compaiono anche un paio di ospiti: Buddy Guy in Born On A Bad Sign e Carey Bell in Mother Nature. Un paio di episodi conosciutissimi, uno l’ho appena citato, l’altro è Hound Dog (in una versione splendida), il resto del repertorio non è per nulla ovvio. Sicuramente Koko e Bruce Iglauer, come sempre coinvolto nella produzione, ci han riflettuto parecchio. Per quanto mi riguarda, hanno poi deciso per il meglio.
Alligator ALCD 4817 (Blues, Chicago Blues, 1993)
Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 2, 1994
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