Il bravo Chris Simpson dovrebbe ormai cercare un nome meno inglese per i suoi sempre più americaneggianti Magna Carta che, dalla singolare e riuscita commistione degli esordi tra certa sensibilità folk d’oltreoceano vicina ai primi Simon & Garfunkel ed elementi neo-elisabettiani alla Amazing Biondel, hanno fatto piazza pulita per sposare un’estetica decisamente pop e sempre più ‘yankee’.
In questo eccellentemente State Of The Art realizzato ‘live’, testimonianza di una perizia e di un mestiere immacolati, le strutture compositive sono definitivamente altro dalla ‘ballata’, forma così imprescindibile nella tradizione britannica: si tratta invece di canzoni ben costruite sui modelli della ‘song’ americana; anche i brani più mossi tendono a caratterizzarsi in senso decisamente country o, addirittura, moderatamente rock’n’roll.
Solo la conclusiva Lord Of The Ages, con la solenne narrazione della brava Linda Simpson, sembra riportare il calendario agli anni di Seasons, quando la tradizione popolare, con il suo ‘medioevo dorato’ incontrava l’immaginario delle ultime pattuglie dell’esercito hippie.
Ha dunque probabilmente ragione, Chris Simpson, a guardare al presente, cioè all’America del pop, lasciando ad altri più coraggiosi il compito di scrutare il futuro da qualche altra parte.
E Chris Simpson è ineccepibile nell’assemblare l’ennesima versione di una macchina perfetta, che produce musica di un nitore assoluto.
Ma proprio in questa qualità risiede forse il limite di un’esperienza che non è in grado di uscire dalle spire della ‘gradevolezza’ per puntare al cuore dell’arte.
Hypertension HYCD 200 144 (Celtic Folk, 1994)
Giorgio Signoretti, fonte Out Of Time n. 6, 1994