Maria Muldaur – Meet Me At Midnite cover album

Louisiana Love Call ci aveva stupito quale struggente ed intenso atto d’amore verso una terra unica per capacità di far convivere tutti i generi musicali della gente di colore e da cui i bianchi sanno attingere in modo naturale, senza mai profanare. ‘Bluesiana-music’ intimamente vissuta e sentita, raffinata e moderna ma saggiamente ancorata alla tradizione, ricca di citazioni dotte, di chi conosce e vive la musica che interpreta.
Meet Me At Midnite, un ritorno stupefacente per una delle più belle voci femminili del rock. Dotata di una voce che sembra acquisire smalto, personalità e capacità emotive con il passare del tempo, la Muldaur si conferma personaggio camaleontico con Jazzebelle. Una opera jazz registrata per la canadese Stony Plain dove la sua voce con pochi strumentisti riesce a far convivere standards dell’ultimo Settantennio con classe e naturalezza.

Chi non conosce questa signora del rock inizierà a domandarsi chi sia in realtà Maria D’Amato in Muldaur. Senza scomodare il passato, la risposta è semplice: “Una grande vocalist”.
Lo conferma questo nuovo album per la Black Top dove si cimenta ancora una volta con r&b, blues, rock, soul-ballads in una dimensione più solare e tipicamente californiana ma sempre con straordinaria partecipazione emotiva ed ineguagliabile feeling per la musica nera.
La produzione è di John Porter, ma i musicisti tutti della L.A. area e si sente. Forse l’opera più vicina ai suoi migliori lavori del periodo Reprise in chiave rock e r&b bianco.

Eccellenti strumentisti — Johnny Lee Sheel, Rick Vito e Jon Woodhead, chitarre, Marty Grebb, Bill Payne e Tommy Eyre, tastiere, Joe Sublett, Marty Grebb e Darrel Leonard, fiati, James Hutchinson, basso, e Toni Braunagel, batteria — le permettono di esaltare un repertorio che porta in gran parte le firme prestigiose di Louisiana Love Call: Rick Vito, John Cleary, Marty Grebb.
Notevole è comunque anche il contributo di Terry Wilson, che firma due brani, Rory Block, Allen Touissaint, Tracy Nelson e Dann Penn.

Meet Me At Midnite, che prende il titolo della grintosa rock-ballad di Rick Vito, è un’altro lavoro di omogenea bellezza dove le performances della Muldaur esaltano le songs interpretate. Dal corposo r&b di Touissaint Trouble With My Lover, che apre l’album, alla splendida e nera Mississippi Muddy Water (uno dei momenti più toccanti) di Marty Grebb, che lo chiude, è una continua dimostrazione di classe, versatilità e sensibilità espressiva.
Ma la Muldaur non è solo genericamente un personaggio eclettico, una voce buona per ogni genere, lei offre il meglio in qualunque cosa si cimenti. Ed il rock sembra aver bisogno di una voce duttile, calda, sensuale, matura, potente ed espressiva come la sua.
Non a caso personaggi come Ann Peebles e Tracy Nelson si prestano a fare da coriste, ascoltatele in Down So Long, superba e toccante soul-ballad della stessa Nelson, o nell’ironica Send The Man Back Home di Rory Block.

Ma quel che impressiona è la qualità dell’insieme: dai coristi agli arrangiamenti dei fiati, con un eccellente Marty Grebb al baritono, sino alle tastiere e le chitarre, tutto sembra perfetto e al servizio di una voce che riesce ad emergere anche in solitudine, Woman’s Lament. Questo traditional dice tutto sul passato di questa voce e prelude al gran finale dai toni gospel lungo il Mississippi, dove Maria, sostenuta da John Porter, dobro, e dall’ex Fabolous Rhinestones Marty Grebb, anima di questo prezioso album, al piano e all’accordion, inneggia al sacro fiume dalle acque fangose pregandolo di condurla a casa, al passato.
Cercate di ‘incontrare’ questa voce, in qualunque posto ed a qualunque ora.

Black Top CD BT 1107 (Rhythm & Blues, Roots Rock, 1994)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 6, 1994

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