La musica folk e quella popolare sono sempre state una sintesi di tutto quello che è venuto prima. Una continuità nel cambiamento alla ricerca del nuovo in quello che è per noi familiare. Questa cantante di colore della South Carolina si distingue come un personaggio molto particolare, se non unico, nella pur infinita ricchezza del panorama musicale americano. Fred Goodman di Rolling Stone l’ha definita all’uscita di Carolina Blue per la Rounder, “una cantautrice nella tradizione americana di James Taylor e Joni Mitchell”.
Ed in effetti questa cantautrice, chitarrista e pianista di eccellente qualità dimostra di sapersi muovere con disinvoltura tra la musica americana tanto della cultura dei bianchi che dei neri.
Jazz e country, folk e blues, swing e rock & roll non fanno distinzione per lei. Cresciuta ascoltando Charlie Christian, le big bands di Ellington e Basie, imparando a suonare la chitarra e il piano sin da bambina ed a frequentare la chiesa senza la necessità di cantare gospel, Daryle è cresciuta con uno spirito libero, unico e musicalmente con pochi uguali per le possibilità che le si offrivano.
Chi l’ha scoperta con Carolina Blues sa che uno dei punti di riferimento della Ryce è proprio James Taylor: per l’eclettismo della sua scrittura, capace di abbracciare ed amalgamare i generi musicali più diversi e fonderli con il calore di una dirompente personalità di autrice ed interprete. Essa ha pochi uguali in tal senso per sensibilità, doti espressive e partecipazione emotiva.
Doti confermate dal suo secondo disco, Rosa’s Grandchild, dove sembra personalizzare sempre più le sue songs, che hanno la stesura e l’ampio respiro degli standard ricchi di un jazzy-feeling a dir poco affascinante ed inconfondibile. Un capolavoro che si distingue nettamente nella pur ricca produzione di questi anni Novanta.
From Now On segna dunque un atteso e gradito ritorno per questa cantautrice la cui caratura sembra tanto elevata da necessitare una verifica di autenticità. Daryle Ryce riprende la chitarra acustica, siede al piano e stupisce ancora una volta con un album che ritorna al folk d’autore con citazioni country, jazz ed alcune love-songs come solo lei sa scrivere: ascoltate la solitaria chiusura con You’re My Only Love!
Non vi è più il sax in primo piano come in Rosa’s Grandchild, anzi è scomparso per essere sostituito da una chitarra elettrica, Rusty Barkley, un violino, Tim Lorsh, o la steel-guitar, Brian Hudson, che si dividono in giusta misura le parti soliste.
Daryle li guida al piano od alla acustica sostenuta da una sezione ritmica molto soft e di scuola jazz che rende ancor più eteree e seducenti le sue ballads.
Una piccola formazione dà vita ad una grande musica e i temi sono scritti da una cantautrice baciata dalle muse. Quando poi vi è del materiale su cui lavorare, arrangiare diventa facile, se non inutile.
Nelle note di copertina Daryle ringrazia Dio per averle dato il dono della musica e delle parole, forse solo così può spiegare un compact come questo. La combinazione acustica, chitarra, pedal steel e violino in From Now On è semplicemente sublime, You Walked Away, lascia tutta la tristezza di chi si sente derubato dei propri sogni, Aces Don’t Come Every Hand potrebbe diventare un hit per la country-music, I’m Glad, per sola chitarra e violino, è una love song senza tempo, Dance, Dance, d’ispirazione bluegrass, invita alla danza, mentre Shelter For A Homeless Heart è una ballata piena di sentimento come suggerisce il titolo.
Si potrebbe disquisire su ogni brano perché nessuno, oggi, scrive ed interpreta come la Ryce. La sua voce inoltre è tra le più belle in circolazione per le doti naturali, che vengono evidenziate da un grande temperamento ed una sensibilità espressiva in grado di sottolineare ogni più piccola sfumatura dei sentimenti.
Daryle Ryce merita di essere conosciuta come personaggio, non solo… ‘From now on’.
Appaloosa AP 100 (Singer Songwriters, Folk, Blues, 1994)
Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 4, 1994