Spesso le produzioni folk ‘pure’, prive cioè di contaminazioni rock o ‘progressive’ non riescono a sfondare il muro della fruizione esoterica, ‘interna’, relativa ad una ristretta conventicola di devoti.
E’ un vero peccato, perché potrebbe capitare sul vostro lettore uno splendido disco, capace di affascinarvi anche se non sapete riconoscere una ‘giga’ da una ‘reel’.
Vi sono, nella musica, qualità universali che, se presenti, colpiscono chi sa ascoltare, travalicando generi e stili.
E’ il caso della superiore sensibilità di Mary MacNamara, irlandese della contea Clare (parte Est) e specialista di concertina, uno strumento nato lo scorso secolo e parente della nostra fisarmonica. Questo suo Traditional Music From East Clare, ormai si sarà intuito, è, a parere del vostro recensore, uno di quelli che meriterebbero una più larga diffusione.
Si provi ad abbandonarsi alla spiritualità del primo medley di gighe, con la concertina di MacNamara in splendida solitudine capace di materializzare fuori dalla nostra finestra una piovosa Irlanda immaginaria; oppure a riconoscere l’aroma di qualche buona birra scura nell’impeccabile impasto tra l’organetto e i ‘fiddle’ dei bravissimi P.J. e Martin Hayes, con il piano di Séamus Quinn ad accompagnare di tanto in tanto.
La scelta dei brani (tutti tradizionali) di Traditional Music From East Clare è ottima e da essa risulta un disco godibilmente ricco di umori, anche grazie alla maturità della scelta dei tempi delle esecuzioni ed al relax che da queste traspira.
Si tratta, insomma, di bellissima musica strumentale il cui valore non è destinato ad essere messo in crisi dal tempo, come invece accade a qualche produzione, anche di folk, un po’ troppo ‘alla moda’.
Claddagh CC 60 (Celtic Folk, 1994)
Giorgio Signoretti, fonte Out Of Time n. 7, 1994