Greg Copeland è uno di quei musicisti dalla lunga ed onorata carriera spesa però dietro le quinte, senza ricevere quel meritato successo e senza avere la possibilità di incidere con regolarità.
Californiano di nascita, negli anni sessanta ha scritto brani di valore come Buy For Me The Rain, grande hit per la Nitty Gritty Dirt Band nel 1967, con Steve Noonan con il quale ha composto anche Tide Of Love sempre per la NGDB degli inizi. Con Jackson Browne, suo compagno di scuola, scrisse invece un brano come The Fairest Of The Seasons ripreso da Nico nel suo album Chelsea Girl del 1967 ma tutto questo non fu sufficiente per garantirgli un contratto discografico.
Mandando in avanti il nastro del tempo arriviamo al 1982 quando Greg Copeland riesce finalmente ad incidere un suo disco solista, addirittura per la Geffen Records, Revenge Will Come, un lavoro che ottenne buone recensioni da parte della critica ma evidentemente poche vendite, con il nostro di nuovo relegato all’oblio.
C’è voluto il vecchio amico Jackson Browne per fare tornare in pista Greg Copeland dopo ben ventisei anni con Diana And James, prodotto questa volta da Greg Leisz per l’etichetta personale di Jackson, la Inside Recordings, un ritorno di grande valore artistico con una scrittura notevole e con una canzone d’autore ispiratissima.
Di certo la fortuna non ha mai arriso a Greg Copeland che riesce ad incidere un terzo album intitolato The Tango Bar nel 2020 programmato proprio quando scoppia la pandemia, un progetto portato a termine con l’aiuto di grandi nomi come i batteristi Jay Bellerose e Don Heffington, le chitarre ancora di Greg Leisz con Val McCallum, le voci di Inara George figlia di Lowell e di Caitlin Canty, le tastiere di Tyler Chester e David Garza. The Tango Bar è un ulteriore passo avanti in un percorso compositivo che non dimentica la California degli anni sessanta e settanta e una narrazione che lo avvicina a scrittori come Charles Bukowski.
E’ quindi con curiosità che ritroviamo Greg Copeland con un nuovo disco ad appena quattro anni dal precedente, praticamente un EP ma con la profondità espressiva che merita di essere apprezzata anche per una riconoscenza verso un artista veramente meritevole.
Empire State vede la produzione ancora nelle mani di Tyler Chester e l’ormai rodata serie di sidemen che lo hanno supportato nel precedente album ai quali vanno ad aggiungersi il solido basso di Jennifer Condos e il magnifico violino di Sara Watkins nella suggestiva ballata 4:59:59 in cui Greg Copeland si avvicina alle fascinazioni di Terry Allen al quale spesso può essere accostato.
La title track Empire State brilla di luce propria per l’ideale vicinanza ad un altro grande come il mai troppo compianto Guy Clark e con una pedal steel commovente nelle mani di Greg Leisz, mentre We The Gathered e Boon Time portano in se tutta la personalità di un musicista di assoluto valore.
Paraply 057 (Traditional Country, Singer Songwriters, 2024)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2024