Dean Mueller – Wishes Never Gone cover album

Dopo parecchi anni passati in band locali dell’area di Portland, Oregon dove vive dalla fine degli anni novanta, Dean Mueller è uscito allo scoperto negli ultimi tempi con due dischi pubblicati nel corso del 2023, Life Ain’t All Roses, e del 2024, Wishes Never Gone, entrambi prodotti dall’esperto tastierista Kevin McKendree, turnista di lusso con nomi del calibro di Delbert McClinton, George Thorogood, Tom Principato e Tinsley Ellis principalmente.
Dean Mueller si è creato un suono personale che prende spunto dalla canzone d’autore di estrazione folk (John Prine è stato uno dei suoi fondamentali ispiratori) ma anche dal blues e dal jazz che ogni tanto fanno capolino nelle sue composizioni.

Wishes Never Gone vede la partecipazione di una serie di sideman di grande rilievo che il produttore ha chiamato per dare vita ad un disco di buona ispirazione compositiva e di un certo (pur in una forma tutto sommato abbastanza riservata e schiva) talento interpretativo, con la sezione ritmica nelle mani di Kenneth Blevins ai tamburi e Dave Jacques al basso e Jason Wilber alle chitarre elettriche ed acustiche, oltre allo stesso McKendree alle tastiere.
Ne esce quindi un suono non sempre facilmente etichettabile che intreccia tutte le passate esperienze del nostro e ce le riconsegna con un buon piglio, chiamando a se le McCrary Sisters nelle colorazioni rhythm’n’blues di Teach No Lies, sfruttando le notevoli doti del fiatista Jim Hoke in I’ll Be There dove l’armonica e l’approccio rimandano ad alcune cose di John Prine e in Fireflies, grazie ad un delizioso clarinetto e all’andamento ‘swingante’, in cui ci si sposta idealmente a New Orleans.

Le delicate sfumature acustiche di una ballata come Lonesome Sky, la morbidezza californiana permeata di pop della piacevole No Matter What It Is in cui Dean Mueller duetta con Nalani Rothrock, la brillante apertura di I Don’t Live There Anymore che con Hold On And Don’t Let Go rappresenta probabilmente uno tra i momenti più interessanti del disco e la classicamente country Bulleit Train compongono un filo rosso che rende il disco godibile pur senza fare gridare al miracolo.
Dean Mueller porta così a termine un lavoro spesso derivativo ed artigianale che comunque merita l’attenzione degli appassionati.

Autoprodotto DMM002 (Singer Songwriters, Roots Rock, 2024)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2025

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