Gruppo familiare, impostosi alla fine degli anni Venti del Novecento con un repertorio orientato alle mountain songs.
La formazione storica della Carter Family era composta da Alvin Pleasant Delaney Carter, più noto come A.P. Carter o ‘Doc’, voce bassa del trio; sua moglie Sara Dougherty (il loro matrimonio risaliva al 1915), voce principale, chitarra ed autoharp; e la cugina di Sara, Maybelle Addington (che era divenuta una Carter avendo sposato E.J. Carter, fratello di A.P., nel 1926) e che portò nel gruppo il contributo del suo talento su autoharp, banjo, ma soprattutto chitarra.
La carriera discografica della Carter Family ebbe inizio con le storiche registrazioni di Bristol, Tennesse, dell’1 e 2 agosto del 1927, effettuate negli studi mobili della Victor Talking Machine Company, che giravano il Sud alla ricerca di artisti hillbilly.
Il gruppo venne pubblicizzato come interprete della ‘traditional country music’, ma la Carter Family riproponeva solo parzialmente la musica delle montagne, per di più con un organico assolutamente non tradizionale: chitarra ed autoharp. La modifica in senso tonale delle antiche melodie modali, che era una strada già intrapresa con l’avvento della chitarra, venne portata a compimento dalla Carter Family, con un’operazione che snaturò questa musica relegando in secondo piano banjo e fiddle, gli strumenti attorno ai quali essa si era sviluppata e consolidata.
I Carter erano tutti originari della Virginia, ed erano vissuti in un ambiente cattolico, con un ricco background di canzoni religiose, di ballate, di canzoni liriche. Nei loro testi erano presenti elementi come la Casa, la Mamma, le Colline, il Peccato, Dio; quindi amore e morte, sofferenza, religione e lavoro. Temi drammatici pervasi dalla concezione religiosa della morte come liberazione dalla vita terrena.
Così nascono canzoni sulla morte di piccoli orfani, su poveri bambini ciechi, su madri che abbandonano la famiglia, temi che erano stati propri del XIX secolo, e che furono preservati, nel Sud, dallo sviluppo e dalla modernizzazione dell’altra America.
Dalle prime registrazioni per la Victor del 1927, Wandering Boy e Poor Orphan Girl (che furono le prime registrazioni eseguite con procedimenti elettrici, con conseguenti miglioramenti della qualità) fino all’ultima seduta in studio (ottobre 1941) in cui furono incisi Waves On The Sea e Something Got A Hold Of Me (con un raro solo vocale di A.P. Carter), si ottiene un totale di trecento brani: una raccolta di valore inestimabile, un documento sulla musica di un’intera epoca.
Furono forse gli unici interpreti di una musica commercialmente valida e redditizia ma ancora connessa alla tradizione. A.P. Carter compose numerose canzoni, con testi che facevano leva sull’emotività di quella stessa gente del Sud che comprava i suoi dischi; ma il suo nome appare come autore di tutti i brani incisi dal gruppo, anche di quelli del repertorio di pubblico dominio e secolari.
La Carter Family interpretava il materiale che proponeva con uno stile perfettamente riconoscibile. Vocalmente usavano armonie a più voci. Il sound era basato sull’autoharp di Sara, uno strumento dichiaratamente armonico, e sulla chitarra di Maybelle, suonata in uno stile particolare, che verrà poi definito ‘Carter Family Style’: uso delle corde basse sia per accenni di linee melodiche che per ‘bass runs’, ritmo preciso e costante con accordi sulle corde alte.
La popolarità della Carter Family non si arrestò con lo scioglimento del gruppo, sopraggiunto nel 1943 con il ritiro di A.P. e Sara, quattro anni dopo il loro divorzio. Maybelle è rimasta attiva a lungo, esibendosi prima con le tre figlie, successivamente con Johnny Cash, che sposò sua figlia June; infine in sporadiche apparizioni in festival ed in studio (ha partecipato alle registrazioni di Will The Circle Be Unbroken della Nitty Gritty Dirt Band) fino alla sua scomparsa, il 23 ottobre del 1978.
1926 – 1943
Early Country
Mariano De Simone, fonte TLJ, 2003