Nella metà degli anni settanta gli Whisky Trail, sette o otto bravi strumentisti con cognomi nostrani, pubblicano alcuni album per i non dimenticati Dischi Dello Zodiaco, contenenti i testi con traduzione e storia.
Su quei dischi ci siamo formati in tanti. Sono passati vent’anni ed ecco capitarmi tra le mani un lussuoso ed elegante CD a loro nome. Il libretto non è più, come un tempo, grezzo e cucito con lo spago ma una raffinata ‘concept-opera’, con eleganti illustrazioni (la Danae di Klimt in copertina) e testi dotti e poetici. Il CD è dedicato al bardo Sean O’Riada e al poeta Robert Graves e contiene testi ispirati a Yeats e Heaney. Insomma, un progetto assai ambizioso.
La band non è molto numerosa: sono rimasti Stefano Corsi (arpa, 12 corde e voce), Giulia Lorimer (violino e voce) e Pietro Sabatini (chitarre, bouzouki, cittern e voce), aiutati in qualche pezzo dalle uillean pipes di Massimo Giuntini, dal whistle di Lorenzo Greppi e dal violino di Aldo Mugnai. E la musica fa ancora battere i piedi. E non solo… Si lascia ascoltare con piacere, sia nei pezzi più brillanti sia in quelli più lirici e distesi.
Se Up & Down è indiscutibilmente di taglio irlandese, con un torrido bodrhan in evidenza mentre la voce esegue un’allegra Mouth Music, Soldier Song ha un feeling vicino a certe ballate bretoni, più sognanti e fatate. L’arpa celtica imperversa, fondendosi con strumenti diversi, sempre impeccabilmente suonati.
E’ sorprendente la perizia di questi musicisti su strumenti tanto inusuali. Voglio dire che gran parte del lavoro va fatto… ad orecchio! Come è stupefacente la padronanza del linguaggio tradizionale celtico. Gli Whisky Tail sono cresciuti, hanno perso quella venatura didascalica, che pure ha avuto grande importanza, per acquisire una dimensione musicale autonoma e matura. Vent’anni spesi bene.
Dies Irae CHM 09 (Irish Folk, 1997)
Maurizio Angelo, fonte Out Of Time n. 21, 1997