Matt Flinner Trio - Traveling Roots cover album

Matt Flinner è attualmente uno dei più importanti mandolinisti in circolazione e nel corso degli anni si è segnalato per tecnica, gusto e calore interpretativo, oltre che per una pregevole sperimentazione in cui si sono fusi bluegrass, jazz e new age (quella originaria e propositiva di scuola Windham Hill, si intende). Il suo nome si è diffuso oltreoceano anche grazie ad una attività concertistica che lo ha portato in tour con gente del calibro di Tim O’Brien, Darrell Scott, Steve Martin, Leftover Salmon, Alison Brown, Darol Anger e Tony Trischka tra gli altri. I suoi due dischi incisi con la nashvilliana Compass Records, The View From Here e Latitude hanno poi contribuito a creargli un buon seguito di appassionati e riconoscimenti da parte della critica di settore, mostrando grandi doti compositive ed interpretative.

Dopo innumerevoli collaborazioni la sua attuale band è questo trio in cui appaiono anche il solido contrabbasso di Eric Thorin e la duttile chitarra acustica di Ross Martin e Traveling Roots è il disco che meglio descrive la maturazione artistica di Matt Flinner in cui, attraverso dodici composizioni interamente strumentali, fa venire a galla tutta la sua capacità di fondere stili diversi in maniera assolutamente naturale. Tutti i musicisti citati in precedenza hanno lasciato comunque un’impronta nella crescita artistica di Matt Flinner, in cui gusto melodico innato ha fatto la differenza nel proporsi con convincente metodo e brillante musicalità.
Sin da Hide Nor Hair e attraverso le varie Yard Games, Pioneer Coffey, 150 Banjos, Head-Smashed-In-Buffalo Jump, The Basketmakers e Fallen Star possiamo apprezzare quanto sia riuscita la fusione degli strumenti acustici ai quali è lasciata mano libera per spaziare attraverso melodie di valore, scorrevoli e piacevolissime.
Un viaggio sonoro che non tedia e che può attrarre invece un pubblico decisamente eterogeneo e trasversale.

Compass 7 4663-2 (Bluegrass Progressivo, New Acoustic Music, 2015)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2016

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