Tom Bowing violino, Gary Cleland contrabbasso, Larry Howe mandolino acustico ed elettrico e chitarra, Atiba Y. Jabi batteria congas djembe bongos percussioni, Doug Marier chitarra acustica ed elettrica e violoncello, Andy Stees violino.
L’album è dedicato all’amico David Effgern ex chitarrista della band scomparso lo scorso anno.
Dopo un periodo di lutto con conseguente smarrimento, i Compass han deciso di rimettersi in strada e nuovamente al lavoro. Questa seconda prova discografica, presenta undici tracce tutte originali il che fa sicuramente onore al sestetto. Gli spunti musicali sono apertamente dichiarati da varie musiche di tradizione popolare dei quattro continenti. Troviamo quindi sonorità del Brasile, oppure altre dal Messico e Yucatan, oppure ancora italiane con i ritmi tipici della taranta pugliese, oppure ancora afro pop e blues e swing americani.
Il susseguirsi dei brani è assolutamente tanto vario quanto gradevole ed eterogeneo. La varietà degli idiomi musicali e l’interpretazione comunque americana degli stessi, dà carattere al lavoro rendendolo intrigante e coinvolgente e soprattutto creando quella piacevole attesa tale che non siano presenti momenti di calo d’interesse. Altra particolarità è la presenza di molte soluzioni originali a dimostrazione del grande lavoro di ricerca ed arrangiamento che sta alla base del gruppo.
Non spiccano particolari virtuosismi dei singoli a favore di un suono d’insieme compatto che è sicuramente il punto di forza del Compass Rose Sextet. Dopo alcuni ascolti mi sento di consigliare l’album senza alcun dubbio a tutti coloro amano ed hanno amato la new acoustic music e quel che ne è venuto dopo.
Autoprodotto (New Acoustic Music, 2014)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2014
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