Per quanti ancora erroneamente pensassero che il country in California ha le fattezze del solo Dwight Yoakam, abbiamo una grossa sorpresa. Senza nulla togliere ad uno dei riconosciuti pionieri della corrente che comprende i ‘new-traditionalists’ (leggi i vari Dale Watson, Randy Travis, lo stesso Yoakam, Tracy Byrd, Mark Chesnutt, Roger Wallace e via dicendo), il nome di Larry Dean non va assolutamente trascurato e per più di un motivo.
Nativo di Perryton, Texas, cresciuto a Middleton, Idaho e trapiantato da anni in California, Larry già nel 1984 aveva composto il brano Heartbreak, che gli era valso l’award di California Country Music Association Song Of The Year, ma è solo nel 1989 che comincia ad incidere per una sconosciuta e pionieristica indie californiana USA Music Group, che gli pubblica il primo CD intitolato Outside Chance, dove il nostro è accompagnato dalla sua band, Real Shooters, all’epoca comprendente Tedd Baron (chitarra solista), Teddy Paul (basso e tastiere), Jay Pruitt, (tastiere e cornetta) e Kevin Redd (batteria) oltre allo stesso Larry alla chitarra ritmica ed all’acustica solista. Ulteriore elemento di interesse è rappresentato dalla presenza di alcuni nomi importanti degli studios californiani e della scena country-rock degli anni ’70: Byron Berline (fiddler che ha fatto e tutt’ora fa tendenza negli ambienti bluegrass e non) e Jaydee Maness (steel guitarist d’eccezione che aveva suonato, fra l’altro, nel fondamentale LP dei Byrds Sweetheart Of The Rodeo, dove il gruppo fondeva per la prima volta nella sua storia, le sonorità country con quelle rock).
Il suono di questo album è indubbiamtente improntato al country-rock californiano, ma le influenze ‘esterne’ sono palpabili e significative: dal Texas vengono importate barroom songs (There Stands The Glass era stata portata alla notorietà da Johnny Bush) e shuffle (I Thought All The Good Ones Got Away, a firma dello stesso Larry), mentre il gusto per la ballata d’autore con implicazioni folk, tipica delle songs di John Denver, si ritrova frequentemente in brani quali The Best Of Me, Outside Chance, Sure Is Hard o Whispering Winds. La passione mai sopita per i paesaggi western e per la vita del cowboy si riflette poi in uno dei brani migliori della raccolta, quella Old Time Cowboy Movies (scandita da fiddle e steel e con tanto di yodel conclusivo)l, che aveva anche fatto capolino nei Top 100 insieme al title-track. Da un punto di vista prettamente vocale, Larry può contare su di una voce calda e pastosa, che pure a tratti si avvicina sensibilmente a quella di Jimmie Dale Gilmore (ascoltate la già citata Whispering Winds). Nel suo complesso il CD Outside Chance suscita un moderato interesse da parte del pubblico, anche a causa di una distribuzione penalizzata dalla precarietà delle risorse finanziarie dell’etichetta (internet non era certo quello che è adesso), mentre la critica comincia invece ad interessarsi a Larry Dean.
Nel frattempo i suoi molteplici interessi artistici lo distraggono dall’espressione squisitamente musicale: Larry frequenta i corsi di recitazione del Tracy Roberts Acting e Charles Conrad Acting, compare nel corso degli anni in ben cinque pellicole cinematografiche, è ospite di vari programmi televisivi tra il quali il celebre Ralph Emery Early Morning Show e Nashville Now e non tralascia di esercitarsi nel rodeo (la specialità è quella detta calfroping), nello sci, nel biliardo e nell’uso delle armi da fuoco.
Soltanto nel 1995 Larry trova le condizioni giuste per portare a termine il suo secondo progetto discografico, From A Distance, inciso questa volta per la Boulevard Records di Hollywood, California. La formazione precedente dei suoi Real Shooters (ora restati semplici Shooters) è stata abbondantemente rimaneggiata e consta di Mickey Wells (steel guitar), Brad Swanson (batteria) e Danny Cifalia (basso e chitarra solista).
Lo shuffle di I’m Getting Known For All The Wrong Reasons apre le danze in maniera estremamente accattivante, con collegamenti al sound honky-tonk che aveva caratterizzato il Moe Bandy della metà degli ani ’70, mentre la voce è sempre vicina a Gilmore. In questo album troviamo poi It Must Be Angel Day, brano compreso anche nella colonna sonora del film Deep Impact in versione originale e gratificato da una piacevole chitarra molto ‘twangy’.
Sometimes Love Ain’t Enough deve qualcosa al sound della Charlie Daniels Band, specie nella parte introduttiva, dove la chitarra elettrica ricopre il ruolo che dovrebbe appartenere al fiddle. Curiosa ed estremamente gradevole è la presenza di un medley di tre brani (Brown Paper Bag, Green Bottle e Cheap California Wine) a firma di Kostas, noto compositore nashvilliano di ‘mainstream country’ di origine ellenica. Altrettanto intrigante risulta poi Dirt Road, opera del solo Larry, mentre l’omaggio al mondo del cowboy arriva puntualmente in chiusura di CD con la remake del classico di Gene Autry Twilight On The Trail, ingentilito da un’armonica nostalgica.
Rispetto agli anni della gavetta, Larry Dean si è oramai fatto un nome, importante quanto basta per aprire i concerti di personaggi quali Dixie Chicks, Asleep At The Wheel, Jerry Jeff Walker, Randy Travis, Steve Wariner, Dwight Yoakam e Don McLean. Le apparizioni a Dineyland, al Palomino Club (mitico locale tempio del California Country sito al 6807 di Larkershim Boulevard in quel di North Hollywood, CA), al Rockin’ Horse Saloon, al Longhorn Saloon, al Crazy Horse ed al Cowboy Palace, solo per citarne alcuni, lo portano ad entrare in contatto con un sacco di gente, fra cui c’è anche Roy Nichols, chitarrista degli Strangers di Merle Haggard per ventidue anni e personaggio culto del Bakersfield sound.
E’ proprio l’amicizia con Nichols che porta alla nascita di un brano estremamente significativo nell’opera di Larry Dean, quella Honky-Tonk Guitar che apre il suo terzo CD intitolato Outlaws, Guitars & Lovesongs, datato 1999 e pubblicato dall’etichetta olandese LN Records. E’ certo il suo album migliore, che risente non poco dell’influenza del suddetto Bakersfield sound di Haggardiana (ma non solo) memoria, come evidenziato fin da subito a livello vocale.
Molto presente il fiddle, imbracciato a turno dai vari Glen Duncan, Dave Russell e Joe Spivey (quest’ultimo veterano della band di John Anderson). E’ ancora il fiddle ad aprire l’angosciata ballata High & Lonesome (opera di Larry e Michael Dart), dove l’ugola di Larry sembra spiccare a tratti il volo. La sezione ritmica formata dal basso di Larry Mars (della band di Marty Stuart) e dalla batteria di Billy Thomas (a turno con Rick Nelson, Vince Gill e McBride & The Ride) prende un poco di riposo nelle rilassate The Hurtin’ Game, Right Place Right Time e nella conclusiva More Than Just A Lady. I session-men che ancora accompagnano Larry Dean in questo ottimo album rispondono ai nomi di Walt Cunningham (tastiere), Gary Morse (steel guitar con Ricky Skaggs ed Highway 101), Larry Beard e Steve Sheenan (chitarre ritmiche), Ray Herndon e J.T.Cornenflos (chitarre soliste), mentre il background vocalist Eddy Dunbar aveva già prestato servizio alla corte della novella country queen di nome Deanna Carter.
La presenza più significativa esterna ai membri stabili del gruppo è senza dubbio quella di Dale Watson, che duetta con Larry Dean nella entusiasmante Barrooms, Broken Hearts And Beer, uno shuffle come Dio comanda, con il grande Dale in altrettanto grande forma. Jack Of Diamonds (no, no è il famoso classico), Who’s Gonna Drive e This Old Rock sono altrettanti uptempo che fanno battere a tempo anche il piedino più pigro e riluttante, mentre A Drink A Rose And A Candle è un languido valzer, adatto a rispolverare antichi ricordi sopiti. Ultimo appunto, piuttosto curioso invero, è la traccia numero undici, la cover di un brano difficilmente riproposto in chiave country: il classico di Rod Stewart Tonight’s The Night, divertente, ma non imprescindibile.
Nel 1999 Larry è anche il responsabile dell’esordio discografico di una eccellente e promettente band Californiana, Billy Tulsa And The Crawdads, con una cassetta ed un CD autoprodotti all’attivo e trova addirittura il tempo per sposarsi. In attesa del nuovo album, ringraziamo Larry per tutto l’impegno che ha profuso nella sua attività artistica e della quale abbiamo felicemente usufruito anche noi.
Dino Della Casa, fonte TLJ, 2005