Chris LeDoux è un artista dai molteplici aspetti. Valente scultore, campione di rodei a livello mondiale e soprattutto eccezionale singer-songwriter, Chris incarna in tutti i sensi il mito del cowboy, rude nell’aspetto ma dal cuore d’oro.
Grazie a una discografìa sconfinata, LeDoux ha trasformato in musica tantissime storie alle quali sono legati tutti coloro che, anche solo con la fantasia, hanno cavalcato nelle praterie del selvaggio West. I personaggi di queste sue storie, tanto cari all’immaginario collettivo, rendono questo cantante una specie di istituzione nazionale. Le sue canzoni, sia che parlino della storia del West o dei cowboys di ieri e di oggi, sono talmente affascinati da incantare l’ascoltatore. Il tutto viene poi cantato con una voce ruvida come il cuoio grezzo che rende i racconti ancora più carichi di pathos.
Nato a Biloxi, nel Missouri, Chris fin da piccolo ha gareggiato nei rodei dove ha esordito all’età di 14 anni. Trasferitosi poi a Austin nel Texas ha continuato la sua carriera di rodeo-man vincendo, mentre era al college, svariate gare. Queste sue vittorie lo portarono a diventare professionista nel 1974 e campione del mondo nel 1976 all’età di 28 anni. Oltre alla passione per i cavalli, LeDoux ha sempre amato cantare. Pur essendo un cantante ‘dilettante’, fino al 1991, anno del passaggio alla Capitol, aveva inciso per una indie (la piccola Lucky Man) ben 22 albums! Non essendo prodotto a livello nazionale i suoi dischi erano disponibili soltanto nel circuito dei rodei. Nonostante questa poco capillare diffusione alcune sue canzoni riuscirono ad essere trasmesse dalle radio country/western. Si trattava più che altro di brani dedicati al mondo dei rodei, quali Bareback Jack Rodeo (tratta dall’album d’esordio Songs Of Rodeo Life), Bull Riders oppure Rodeo Life.
Nel 1975 arriva il primo successo, sempre a livello locale, con l’album Lite As A Rodeo Man grazie a una stupenda versione di Amarillo By Morning di George Strait. In questo disco vi è anche un’altra grande canzone che diverrà famosa in seguito dal titolo Caballo Diablo.
Come avevamo detto in precedenza la discografìa di LeDoux è una sorta di storia del West messa in musica. Fra le centinaia di canzoni dedicate all’Ovest e ai suoi miti ricordiamo Billy The Kid dall’album Sing Me A Song Rodeo Man che parla del famoso fuorilegge ucciso da Pat Garret nel 1881, Chisum da Cowboys Ain’t Easy To Love del ’78, Ghost Riders In The Sky (Old Cowboy Heroes del ’80), e Johnson County War dall’album Powder Rider dove si racconta la famosa guerra del filo spinato tra agricoltori e allevatori di bestiame.
Oltre alla storia del West nelle canzoni di LeDoux si parla molto della condizione attuale del cowboy. della sua vita diffìcile, del lavoro duro e mal pagato e soprattutto della consapevolezza di essere ormai fuori dal tempo con la prospettiva di una imminente disoccupazione.
Canzoni quali Mama Don’t Let Your Babies Grow Up To Be Cowboy, Lean Mean And Hungry, Night Rider’s Lament o God Must Be A Cowboy assumono, cantate da LeDoux, quel significato estremamente particolare tipico di chi parla di storie vissute in prima persona.
Ovviamente fra le sue canzoni ne troviamo tantissime dedicate al mondo del rodeo. Ricordiamo fra tutte Hooked On A Second Ride, Ten Seconds In Saddle o Take Me To The Rodeo. Dopo il ritiro dai rodei la musica diventò la sua seconda carriera entrando pienamente nel ruolo di ‘cowboy troubadour’. Nel 1989 a Salt Lake City, Utah, si unisce a una band chiamata Western Underground con la quale inizia una profonda collaborazione. Il nome Chris LeDoux & Western Underground comincia a diventare famoso tra gli appassionati di western-music grazie a spettacoli live che assomigliavano più a rodei che a concerti. L’unica differenza, secondo le dichiarazioni di Mark Sissel, lead guitar dei Western Underground, consisteva nel fatto che la scarica di adrenalina passava da 8 secondi a 75 minuti.
Finalmente nel 1991 la popolarità di Chris è tale da indurre la Capitol/Liberty a fargli firmare un contratto che prevedeva fra le altre cose la ristampa, su CD, dei suoi vecchi albums. Ma la sterzata decisiva alla sua carriera di cantante era arrivata nel 1989 con la sponsorizzazione di un altro cantante country che in quell’anno iniziava la sua inarrestabile ascesa. Includendo la frase: “A worn out tape of Chris Ledoux, lonely women and bad booze” nel suo mega-hit Much Too Young (To Feel This Damn Old), Garth Brooks aveva scatenato un curiosità tale per Chris LeDoux da rendere i suoi dischi molto richiesti. Normale quindi che una major abbia fiutato la possibilità di un grosso business. Dopo il passaggio con la Capitol, Chris ha inciso tre albums: Western Underground del ’91 che contiene la stupenda This Cowboy’s Hat, Whatcha Gonna Do With A Cowboy (1992) che vede nella title-track la partecipazione del suo amico Garth Brooks e Under This Old Hat.
Nel 1994 esce un cofanetto dal titolo American Cowboy che raccoglie in tre compacts il meglio della sua produzione discografica più alcuni inediti. L’introduzione scritta nel libretto che accompagna questo cofanetto è di Al LeDoux, padre di Chris ed ex ufficiale della aviazione.
Nello stesso anno però vi è anche una svolta artistica che spinge la musica di Chris sempre più verso il rock, abbandonando, speriamo momentaneamente, la tradizione western. Ultima fatica per il nostro cowboy è il Live che in questo periodo esce sempre su etichetta Capitol. Il CD è stato registrato in tre località – al Grizzly Rose di Denver, Colorado, al Billy Bob’s di Ft.Worth, Texas, e al Casper Events Center di Casper, WY – durante la prima parte del suo attuale tour che è terminato il 17 Gennaio scorso proprio al Billy Bob’s di Ft.Worth. I 17 brani di Live confermano, come arrangiamenti, la tendenza ‘rock’ intrapresa dai precedenti CDs, pochissime le concessioni alla steel, mentre chitarre elettriche e batteria dominano ampiamente la scena.
Anche le scenografìe dei suoi concerti sono profondamente cambiate, sembra impossibile ma i suoi shows sono rinomati anche per i giochi pirotecnici dei fuochi d’artificio che qualche volta hanno richiesto addirittura l’intervento dei pompieri.
I suoi grandi successi Whatcha Gonna Do With A Cowboy, Cadillach Ranch, This Cowboy Hat, Hooked On 8 Second Ride, sono comunque presenti nell’album anche se in versione differente dall’originale.
Bellissima la canzone che ha il compito di chiudere il concerto, si tratta di Little Long Haired Outlaw doveroso ‘tributo’ a una schiera di cantanti country dai capelli lunghi.
Sprigionando energia da tutte le 17 tracce. Live è un grande CD che presenta Chris nella sua ultimissima veste, quella di un moderno country-singer che ama il rock’n’roll e gli effetti speciali. Per noi però, inguaribili romantici, rimarrà sempre l’incarnazione del mitico cowboy delle sconfinate praterie.
Discografia:
-Songs Of Rodeo Life, 1972
-Rodeo Songs Old & New, 1973
-Songs Of Rodeo And Country, 1974
-Rodeo And Living Free, 1975
-Life As Rodeo Man, 1975
-Songbook Of American West, 1976
-Sing Me A Song Mr. Rodeo Man, 1977
-Cowboys Ain’t Easy To Love, 1978
-Paint Me Back Home In Wyoming, 1978
-Western Tunesmith, 1979
-Sounds Of The Western Country, 1980
-Old Cowboy Heroes, 1980
-He Rides The Wild Horses, 1981
-Used To Want To Be A Cowboy, 1982
-Thirty Dollar Cowboy, 1983
-Old Cowboy Classic, 1983
-Melodies And Memories, 1985
-Wild And Wooly, 1986
-Gold Buckle Dreams, 1987
-Chris LeDoux & Saddle Boogie Band, 1988
-Powder Rider, 1989
-Radio And Rodeo Hits, 1990
-Western Underground, 1991
-Whatcha Gonna Do With A Cowboy, 1992
-Under This Old Hat, 1993
-Chris LeDoux Best, 1994
-American Cowboy, 1994 (3 CDs Best)
-Haywire, 1994
-Rodeo R’N’R Collection, 1995 (Best)
-Stampede, 1996
-Live, 1997
Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 40, 1997