Musica country proveniente dalla Scandinavia!? La curiosità è senz’altro la molla che spinge ad acquistare un album come questo. Il CD, prodotto dalla Fargo, una piccola casa discografica francese specializzata in alt-country e americana (ma anche indie-rock), contiene 19 brani di artisti svedesi e norvegesi, per un totale di 64 minuti di musica.
Il titolo si rifà ad un album di Lee Hazlewood del 1970, Cowboy In Sweden, che, viene detto nel booklet, potrebbe essere all’origine di questo ricco filone di musica folk e country proveniente dal Nord Europa. Ora, sebbene sia in effetti inconsueto che ci siano così tanti artisti provenienti da Svezia e Norvegia che si rifacciano esplicitamente alla musica tradizionale americana, occorre tuttavia precisare che nessuno di quelli presenti nel CD si avvicina a quel sound ‘country-pop barocco’ (se così si può definire) tipico di Hazlewood. Piuttosto si tratta per la maggior parte di pezzi acustici, dove spesso la chitarra è l’unico strumento di accompagnamento e dove, in ogni caso, la strumentazione è sempre ridotta al minimo. In questo senso, molti degli artisti qui presenti potrebbero rientrare in quella vasta categoria musicale che va sotto il nome di singer-songwriter. Questa ‘artigianalità’ si ritrova anche nel suono: ruvido, disadorno, senza gli abbellimenti che vengono tipicamente introdotti in studio.
In molti casi questa formula funziona (e penso ai brani di Kjellvander, di Dunger e dei Johnossi, alla cover di Springsteen dei Junip e al pezzo con accompagnamento al piano di Hederos & Hellberg); alcune volte, però, i risultati sono decisamente dilettantistici, come in To Hide This Way della Berhan, o comunque incolori, come in Save Your =Day di Gonzalez.
Chi preferisce delle sonorità più ricche (o particolari), non disperi perché ci sono in questa raccolta, oltre ai suddetti brani, anche il country rock della Lancaster Orchestra, il folk psichedelico dei Tarantula, con il ritornello cantato in falsetto, e un pezzo strumentale per banjo suonato dall’ex batterista dei Motorpsycho, una band norvegese di hard-rock e metal (!!). Haakon Gebhardt, questo il nome del batterista, ha composto Theme From The Tussler per imparare a suonare il banjo e, visti i risultati, bisogna dire che ci è riuscito.
Altri brani degni di menzione sono l’orecchiabile pop di Twisted Cowboy di St Thomas, Watching You Steal My Pain di Knutsen, con un bel connubio di banjo e fiddle a supporto di una voce che più roca non si può, Defrag My Heart, che si segnala per il ritmo martellante della chitarra e il curioso utilizzo di un termine informatico come rimedio ai problemi sentimentali e il neo-folk di Don’t You Worry ‘Bout A Thing di Fröberg, che ha una voce nasale che ricorda quella di Pino Daniele (e che pertanto non è per tutti i gusti).
In sostanza è una buona compilation, con inevitabili alti e bassi, ma, una volta fatta la necessaria scrematura, ci si ritrova con una lista di una mezza dozzina di cantanti di cui si vuole ascoltare qualcosa in più. E questo è quanto di meglio si può chiedere a una compilation.
Fargo FA077 (Country Rock, Singer-Songwriter, Folk, 2005)
Vito Minerva, fonte TLJ, 2006