A.A.V.V. – Dixie In Country cover album

“Imbecille…” – è stata la prima cosa che ho pensato di lui quando, all’offerta dell’album della I Convention, prodotto e stampato in Italia, con tutti i migliori gruppi italiani del momento, rispose che non gli interessava… “Con gli stessi soldi ne compro uno ‘vero’ – rispose -“di americani ‘veri’, il che è decisamente preferibile!”.
Il giudizio, data la mia totale imparzialità di allora sulla questione, era dettato da una semplice considerazione: un comportamento assurdo, fuori da ogni logica. Per un appassionato di musica folk, frequentatore di concerti, sia collezionista di album che no, avrebbe dovuto essere (ed è) un album imperdibile, storico, quindi obbligatorio, al di là di qualsiasi dubbio.

Un buon successo commerciale dell’album ma soprattutto la marea di usuali duplicazioni su cassetta, che sale in proporzione alla godibilità del prodotto, mi diedero ragione, perché poi, se ancora non lo sapete, l’album oltre che a essere inciso bene è bello, molto bello.
Da allora di tempo ne è passato parecchio e un po’ più di esperienza sulle spalle mi ha convinto che sì, imbecille lo era, ma non del tutto per colpa sua. Uno dei maggiori problemi è quello della scarsa o nulla educazione musicale, la diffidenza, generata dall’ignoranza di chi si è già fatto fregare più di una volta. Non voglio aprire una polemica su come viene fatta, o perlomeno veniva fatta ai miei tempi, l”educazione musicale’ nella scuola dell’obbligo, ma permettetemi giusto un filo di incazzatura al pensiero che tale materia sia stata per lungo tempo affidata in pratica esclusivamente alla ‘hit parade’, agli interessi delle etichette discografiche, ai commercianti di concerti e a pseudo-giornalisti-esperti.

Da qualche tempo le cose sono un po’ cambiate, grazie a qualche appassionato un po’ più preparato e un po’ più matto, tanto da sprecare il suo tempo libero: ottobre 1977 esce il numero 1 del Mucchio Selvaggio, marzo 1981 esce il numero 0 di Folkin’ (ha breve vita ma è pur sempre la prima rivista interamente dedicata al folk), marzo 1983 Hi, Folks!… ed eccoci qua.
Lasciatemi l’orgoglio e l’ottimismo di pensare che questi sforzi abbiano leggermente migliorato la situazione e che il ‘nostro’ di cui all’inizio non abbia esitazioni né a comprare l’appena uscito Old Time & Bluegrass In Italia né questo Dixie In Country. Le motivazioni? Essenzialmente le stesse dello storico ‘nero’, al di là di ogni dubbio che potreste avere sulla qualità delle incisioni o delle registrazioni: questi album vanno comprati.

Senza qui insistere sulla qualità e lo splendore di Old Time & Bluegrass In Italia questo Dixie In Country mi sembra una tappa importante. Segna l’esordio discografico per due gruppi, i Log Cabin e gli Abacus, la conferma per altri due già presenti su entrambi gli albums delle Conventions, la Southern Comfort Band e i Bluegrass Staff.
Già questo mi sembra sufficiente, ma andiamo avanti. Su un totale di 15 brani ben 6 sono firmati da musicisti italiani (M. Gatti, P. Menconi e V. Pejrano), inediti e soprattutto belli!
Chiunque abbia ascoltato almeno una volta uno di questi musicisti a questo punto non avrà più dubbi; per gli altri diciamo: che la Southern Comfort ha ricevuto i complimenti dello stesso Arbore dopo aver eseguito Aire De Lajos (A3) a Quelli Della Notte; che gli arrangiamenti dei brani degli Abacus farebbero invidia allo stesso Big David, che il buon Pino Perri (Bluegrass Staff) al dobro in Italia ormai non ha più rivali; che vocalmente i Log Cabin fanno proprio un bell’effetto…
E chi non capisce, per cortesia, si adegui.

Dixie Sound DX 3301 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Progressivo, 1985)

Daniele Bovio, fonte Hi, Folks! n. 13, 1985

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