A.A.V.V. - Musica Strumentale degli Appalachi cover album

Edito negli Stati Uniti più di vent’anni or sono col titolo Instrumental Music From The Southern Appalachians (Tradition TLP-1007), quest’album viene ora riproposto all’attenzione del pubblico dall’infaticabile ed intrepida etichetta discografica italiana Albatros. Che cosa rappresenti questa label per gli appassionati di folklore è fin troppo noto, che la ristampa dell’opera in questione, da quasi un decennio fuori catalogo, costituisca un tentativo di occupare un posto preciso sul mercato discografico specializzato mondiale è facilmente dimostrabile (le note di copertina bilingui), il coraggio comunque di affrontare imprese editoriali di tal genere, considerando l’immaturità del nostro paese nell’accostare la musica tradizionale americana (complici primi, le radio private e le loro mistificazioni), è degno del più alto encomio.

Il disco è una selezione di materiale registrato su campo (field recording) nel 1956 dallo scomparso Paul Clayton, Diane Hamilton e Liam Clancy nelle regioni di Caldwell County, Beech Mountain e Banner Elk in North Carolina. Poiché le note di copertina sono abbastanza esaurienti, ma non complete, vediamo di integrare il tutto con qualche doverosa precisazione. Hobart Smith (1897-1965), solamente alla chitarra, era stato in effetti già registrato da Alan Lomax per conto della Library Of Congress nel 1942 (Claude Allen in Anglo-American Ballads, LOC. L-7). La sua versione al fretless banjo di Pateroller Song, presente qui, è una delle migliori in assoluto immortalate su disco. Contrariamente a quanto si legge nelle note (un comprensibile errore del traduttore, ingannato dal termine pick o plettro), Etta Baker usa la tecnica del finger-picking, come è ampiamente dimostrato nella splendida sua interpretazione di Railroad Bill, dove è presente un inequivocabile thumb-one finger picking alla chitarra (o Merle Travis/Elisabeth Cotten style). Ben due versioni altrettanto efficaci di Railroad Bill, del già citato Hobart Smith, si possono oltremodo ascoltare: una proveniente dagli archivi della Library Of Congress, ma pubblicata nell’antologia Asch Recordings: 1939-1945, vol. 2 (Folkways/Asch AA-4), l’altra, che costituisce l’ultima apparizione in pubblico di Smith prima della morte, si può trovare nell’ottimo Traditional Music At Newport 1964, part 1 (Vanguard VSD 79182).

Per completare la panoramica degli strumenti tradizionali, l’album ci offre degli stupendi, rustici a solo di armonica (Richard Chase) e la misteriosa bellezza del dulcimer (Edd Presnell). A parte il suo intrinseco valore storico-documentaristico, il disco è tutto da scoprire per coloro che ascoltano per la prima volta questo tipo di musica, ed una piacevole variante per quelli abituati alle incisioni costruite in studio. Per onestà verso i musicisti presenti qui, più che per chiarezza (visto che le note, anche quelle in lingua inglese, tacciono questo punto), aggiungerò che Etta Baker, Boone Reid e Theopolis Lacey Philiphs Jr. sono artisti di colore. Un sincero grazie, ancora una volta, alla Albatros.

Albatros VPA 8301 (Old Time Music, 1978)

Pierangelo Valenti, fonte Mucchio Selvaggio n. 7, 1978

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