“…Non esiste una musica folkloristica nazionale in America. C’è la musica del Nord, la musica del Sud, la musica della Virginia, del Massachusetts, quella dei negri americani e delle ‘chain gangs’. E tutte queste forme appaiono profondamente personalizzate. Esiste la versione di una ballata, di una melodia per violino o di un motivo per danza che risulta essere locale o regionale per particolari caratteristiche nell’ambito di una particolare tradizione…”
Basta questo frammento del discorso inaugurale di Moses Asch, alla prima storica edizione del Festival Folk di Newport del 1959 (vedi note di copertina), per smitizzare quelle immagini ormai ingiallite che associano a tutti i costi la Country-Music con energumeni pistoleri cinti di revolvers sempre caldi, o con bivacchi di cowboys dalla camicia a scacchi attorno ad un improvvisato faló.
Questo disco non vuole quindi essere la colonna sonora di un film che mostra sequenze di agguati, o di montanari che si aggirano con violino e ‘Winchester’, ma una antologia atta ad esemplificare la musica folk negli USA.
A questo proposito è da rilevare l’intelligente compilazione che, nonostante i limiti spazio-temporali imposti da un singolo album, riesce bene nel suo intento.
I brani infatti (di ottima qualitá poichè tratti dalle matrici originali e non dai 78 rpm o da riedizioni a 33 giri ormai fuori catalogo) provengono da incisioni dei primissimi anni dell’industria discografica, evitando cosí di presentare musicisti altrimenti indotti, dagli stessi mass-media, a perdere una delle prerogative fondamentali della musica popolare: la trasmissione orale.
Il disco permette di ripercorrere il cammino seguito dalla musica tradizionale partendo da Ragtime Annie, registrata dal fiddler Eck Robertson il secondo giorno di vita della otm per la Victor Talking Machine Co., assorbita in seguito dalla RCA.
Solco dopo solco si alternano ballate, fiddle-tunes, canzoni popolari, dimostrando la ricchezza di questo genere, che trae le proprie origini da diverse culture e tradizioni, e la capacitá espressiva di coloro che hanno saputo ben utilizzare il linguaggio musicale.
la soluzione timbrica del violino all’unisono con al voce di Blind Alfred Reed nella sua The Wreck Of The Virginian (entrata a far parte delle ballate che si riferiscono ai disastri ferroviari), è un esempio di come sia possibile portare la drammaticitá della vicenda narrata ai massimi livelli.
Sono in contrasto le tradizionali Ida Red e If I Die A Railroad Man eseguite rispettivamente dai mitici Gid Tanner & His Skillet Lickers e dai Tenneva Ramblers (denominazione che deriva dalle sigle degli Stati da cui provengono: Tennessee e Virginia).
In questi, infatti, sono sufficienti quattro strumenti a corda per sfoderare vigore e ritmo, tanto da diventare la formazione preferita per accompagnare ogni sorta di danza.
Dello stesso tipo, ma dal suono piú arcaico, è Black-Eyed Susie, stupendamente resa dal banjo di J.P.Nestor e dal fiddle di Norman S. Edmonds.
Non manca poi la serie dei ‘brothers’, qui rappresentati dai Delmore, dai Monroe (con il famoso Bill), dagli Allen e dai Dixon. In particolare questi ultimi due dimostrano le influenze subite dalla musica di colore con l’uso caratteristico di voci e strumenti (kazoo, steel-guitar).
Di impatto immediato sono infine la francofona Le Valse De Gueydan, registrata a New Orleans dal gruppo cajun di Leo Soileau & His Three Aces, e la frizzante Railroadin’ & Gamblin’, interpretata dallo show-man dell’otm Uncle Dave Macon.
I rimanenti Jimmy Rodgers, Carter Family e Grayson & Whifter sono l’ultimo buon motivo per sottolineare l’indispensabilitá di quest’opera, che fra l’altro viene venduta a basso costo in quanto parte della collana promozionale Country Music edita dalla RCA.
RCA NL-45106 (Old Time Music, 1982)
Roberto Monesi, fonte Hi, Folks! N- 1, 1983