A.A.V.V. – Pastures Of Plenty cover album

Woodie Guthrie, è stato il cantore della grande depressione, del più difficile periodo economico-sociale della storia americana, l’unico vero bluesman bianco le cui poesie fanno parte del bagaglio di tutti i cantautori che si rispettino da Dylan in poi. E’ dunque comprensibile che, a distanza di soli due anni dal precedente, un secondo tributo venga a colmare un vuoto se non imbarazzante, quanto meno irrispettoso. L’onere e l’onore dell’apertura spettano a Jimmy LaFave che ci propone una bella versione di Oklaoma Hills, cantata a due voci con Christine Albert, forse uno dei momenti migliori del CD, bissato da This Land Is Your Land in chiusura di album. Dopo LaFave, è la volta di Sarah Elzabeth Campbell, che fra le interpreti femminili, mi è sembrata quella che meglio ha saputo calarsi nelle atmosfere dei due brani proposti, Ramblin’ Round e Hobo’s Lullabye. Ray Wylie Hubbard, texano fino all’osso, ci regala un riuscito medley di Jesus Christ e Vigilante Man, con una vaga intenzione gospel.

E poi Michael Fracasso, Rich Robertson e Lisa Mednick in versione elettrica. David Halley torna a spegnere gli amplificatori per imbracciare la sua chitarra strettamente acustica per raccontarci la famosissima Pretty Boy Floyd così come il bravo Steve Young con Do Re Mi o Mary Reynolds con Gypsy Davy cantata con grande lirismo.
E mentre sul palco tornano, di volta in volta, David Halley, Sarah Elizabeth Campbell, Michael Fracasso, ci avviciniamo al gran finale, non senza però aver prima ascoltato un altro texano doc, Butch Hancock con Belle Starr e poi, tutti insieme per il gran finale con quella Goodnight Irene che è forse il brano più famoso di Woodie Guthrie.

Dejadisc DJD 3207 (Country Folk, 1994)

Claudio Garbari, fonte Out Of Time n. 3, 1994

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