A.A.V.V. - The Stanley Tradition - Tribute To A Bluegrass Legacy cover album

Come dice il sottotitolo, è un tributo ai fratelli Stanley e al loro sound portato avanti dal solo Ralph dopo la morte di Carter avvenuta nel 1966. Una tradizione stilistica alla quale, particolarmente negli ultimi anni, viene riconosciuta grande importanza dall’intera comunità bluegrass e anche country. Innumerevoli sono, infatti, le pubblicazioni di materiale inedito, non sempre di alta qualità dal punto di vista della registrazione, riemerso inaspettatamente dal passato remoto e stampato da parte di etichette come la Rebel o la Copper Creek Records. E pensiamo anche ai dischi registrati da Ralph in compagnia dl famosissime star della country music di Nashville o di personaggi famosi come Bob Dylan (!), collaborazioni che non si limitano alle incisioni discografiche, come testimonia un suo video dove possiamo goderci l’anziano banjoista della Virginia cantare in coppia con Dwight Yoakam.
Credo però che, tra tutti i ‘tribut album’, quelli meglio riusciti siano proprio i primi due dischi della Doobie Shea Records, voluti da Tim Austin e registrati da artisti, diciamo della ‘terza generazione’ bluegrass, che definire soltanto bravi è quasi far loro un torto. Personalmente, ritengo che gli unici aspetti discutibili dell’album siano, 1) la sua breve durata, trentuno minuti per un totale dl undici canzoni e, 2) l’alta concentrazione di brani in tre-quarti, ma questa è, di fatto, una caratteristica costante del repertorio degli Stanley. Il resto è perfetto.
Si parte con una Bootleg John da capogiro, potente e veloce, il CD non poteva avere migliore inizio. Don Rigsby (lead vocal) è magnifico, gli altri sono Tim Austin (chitarra ritmica) Dan Tyminski (mandolino), Craig Smith (banjo), Barry Bales (contrabbasso), Aubrey Haynie (fiddle) e Wyatt Rice (chitarra solista). Sentitevi pure in colpa con voi stessi se almeno una buona metà di questi nomi non vi dice niente, perché questi giovanotti stanno scrivendo le più belle pagine del bluegrass contemporaneo.

Si prosegue con I’m Better Off Now That You’re Gone scritta a quattro mani da Carter e Ralph Stanley, alla voce vediamo il buon Scottie Sparks degli Unlimited Tradition, insieme ai musicisti sopraccitati con l’aggiunta del chitarrista James Alan Shelton, componente dei Clinch Mountain Boys di Ralph Stanley da molti anni ormai. Si tratta del primo tre-quarti della collezione. Con This Weary Heart You Stole Away si torna a ritmi più sostenuti, la banda è sempre la stessa, ma compare Ronnie Bowman in qualità di baritone vocalist mentre al lead Dan Tyminski (che al momento della stesura di questo articolo scopro essere titolare dell’ultimo prodotto della Doobie Shea Records, il suo debutto discografico, finalmente!).
Altro 3/4 col classico Home In The Mountains, eseguito questa volta dalla voce di Charlie Sizemore, uno dei cantanti bluegrass preferiti dal sottoscritto, per parecchio tempo nella band di Doctor Ralph Stanley. Loving You Too Well (altro 3/4!) è affidata a David Parmley, mentre la sostenuta Gonna Paint The Town ci consegna il solito bravissimo James King, uno che ha fatto proprio lo stile vocale lonesome di Carter Stanley. L’ascolto del disco prosegue più o meno senza sorprese, l’impostazione è questa, brani veloci alternati a canzoni a tempo di valzer. Nella seconda metà del CD alla voce lead si ascoltano anche Ernie Thacker e Ronnie Bowman.
Come dicevo In apertura, sette brani in tre-quarti su un totale di undici forse sono troppi, forse è soggettivo, certo è che, però, trentuno minuti e mezzo non possono non sembrare pochi, checché ne dicano quelli che sostengono che la musica non può essere pesata con questa bilancia, e che i negozi di dischi sono pieni dl schifezze interminabili.
E’ tuttavia un disco importante (una nomination ai Grammy!), suonato e cantato magistralmente, che ci ripropone in chiave moderna parte del patrimonio musicale di Ralph e Carter Stanley, un capitolo di vera, genuina american music.

Doobie Shea CD 1001 (Bluegrass Tradizionale, 1996)

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 52, 2000

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