A.A.V.V. - The Unbroken Circle, The Musical Heritage Of The Carter Family cover album

Leggende della popular music, icone del country e, secondo il parere della critica più autorevole, autentici precursori della canzone rock, Maybelle, Sara e A.P. Carter sono anche la prima, grande dinastia musicale americana del ‘900.
Le loro ballad malinconiche, fatte di storie d’amore e morte, come nella miglior tradizione degli Appalachian, ma pure di testi consapevoli che per la prima volta (vedi Single Girl, Married Girl) denunciavano i mali della società moderna, erano probabilmente diversi anni avanti. Non a caso, John Carter Cash (nipote dei Carter e producer dell’album) nelle note di copertina ci tiene a sottolineare che “le canzoni della Carter Family sono tanto rilevanti e vicine alle nostre vite odierne di quanto lo sono state all’epoca delle registrazioni originali”. È vero.
Basti soltanto pensare all’influenza che esse hanno avuto sulle menti più illuminate del rock, da Dylan in giù. Non c’è da stupirsi, dunque, che questo bellissimo album tributo veda schierati calibri da 90 della più pura american music. Il risultato non può, dunque, che rendere felici gli appassionati del genere che possono così godere nel sentire classici intramontabili riletti da alcuni dei loro beniamini.

E anche se, in alcuni momenti, si corre il rischio di modificare spirito e atmosfera delle ballad originarie trasformandole in più convenzionali pezzi country e bluegrass (vedi la Worried Man Blues di George Jones o la Rambling Boy di Del McCoury), già a partire dalla traccia successiva si ritrovano gli equilibri perduti grazie a brani quali Black Jack Davy (Norman Blake & Tim O’Brien), On The Sea Of Galilee (Emmylou Harris) o addirittura Little Moses, fascinoso duetto tra Janette e Joe Carter, la cui pertinenza stilistica è ai confini del filologico.
E se poi è sempre emozionante sentire Engine One-Forty Three cantata dal vocione del grande Johnny Cash (la sua seconda moglie, June Carter, era figlia di Sara e A.P. Carter), così come godimento auditivo assoluto è l’ascolto di Willie Nelson che, accompagnato unicamente dalla sua chitarra, presenta un’impeccabile You Are My Flower.

Ci piace sottolineare la performance superba e originale di Marty Stuart. La sua Never Let The Devil Get The Upper Hand Of You è il momento più cool del disco: accompagnato da una chitarra elettrica effettata alla Daniel Lanois, Stuart e i suoi Fabulous Superlatives ci fanno capire quanto il connubio fra tradizione e innovazione possa avere ulteriori margini di sviluppo.
Piacciono anche il roots rock del bravissimo John Prine (Bear Creek Blues), l’eccellente interpretazione di Shawn Colvin la cui voce rende scintillante la classica Single Girl, Married Girl, e soprattutto il mood della conclusiva Gold Watch And Chain cantata da Kris Kristofferson magistralmente accompagnato dalla Nitty Gritty Dirt Band. Dal gruppo cioè che (nel 1971) ha riscoperto l’arte della Carter Family e dei grandi padri della Appalachian Music nell’epocale progetto Will The Circle Be Unbroken.

Dualtone 80302 (New Traditionalists, Traditional Country, 2004)

Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 112, 2005

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