Seconda fatica per Adam Carroll giovane cantautore folk texano nativo di Tyler, ma residente a San Marco, TX, autore di un esordio che m’aveva sorpreso non poco, il meraviglioso South Of Town, recensito sempre dal sottoscritto su queste pagine.
Anche questo suo Lookin’ Out The Screen Door è una superba conferma del suo inconfutabile talento compositivo, molte delle canzoni inserite in quest’album sono dotate di belle e suadenti melodie che sorprendono e conquistano immediatamente. Tra le sue principale fonti d’ispirazione ci sono indubbiamente Bob Dylan e il suo compadre texano Butch Hancock; la musica di Adam è essenzialmente acustica (folk talvolta venato di country), basata sulla sua voce, chitarra e armonica con occasionali interventi di strumenti come l’accordion, la pedal steel, il mandolino o il dobro, però questi inserimenti non sono mai invadenti o preponderanti ma sempre delicati e sobri, sottolineano solamente la sincerità e la maturità espressiva della voce del nostro valoroso folk singer. Il disco è prodotto ancora una volta dl maestro Llyod Maines, il quale raramente sbaglia un colpo! Ma come farà?
Il CD si apre con Screen Door, emozionante ballata dylaniana, voce, chitarra e armonica; un po’ western, sembra di vedere un cowboy in arrivo in una small town dell’Arizona dopo una lunga cavalcata nel deserto. Race Car Joe, lenta e delicata come un fiore invernale, bellissima la chitarra elettrica che s’incrocia dolcemente con quella acustica del leader. Sno-Cone Man, indolente e scarno blues e poi ancora Amanda’s Song altro brano lento e soffice con l’accordion di Bukka Allen sullo sfondo. Legs canzone narrativa dal testo lunghissimo e un po’ ironico. Blondie & Dagwood, una delle composizioni più brillanti con Dylan ancora nel cuore, tutta giocata sulla voce tagliente e sul binomio chitarra-armonica del cantastorie di Tyler. Si prosegue sulle polverose piste del Lone Star State con la divertente Karaoke Cowboy, dove l’incisiva pedal steel di Llyod Maines da corpo alla song. È sempre piacevole poter ascoltare questo intramontabile virtuoso.
Il compito di chiudere il CD è affidato all’ammaliante Girl With The Dirty Hair scritta in coppia con Brian Rung, brano dall’andamento vivace, abbellito notevolmente dall’accordion di Bukka Allen e alla romantica Rosemary’s Song, chitarra-armonica ancora protagonisti con una timida percussione come prezioso sottofondo.
Michael Corcoran sull’Austin American Statesman ha descritto così la musica di Adam Carroll: “John Prine with a big dose of Butch Hancock”, beh, io invece sostengo il contrario. Stupendo, è l’unica cosa che si possa dire di un disco così.
Down Hole 4004 (Folk, Singer Songwriter, 2000)
Ivano Ziglioli, fonte Country Store n. 68, 2003
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