Un nome nuovo, un giovanissimo banjoista, non ancora ventenne, per un tuffo nel più classico dei repertori di banjo clawhammer. Lo stile di Adam è legato alla tradizione, con piccole innovazioni che solo un orecchio allenato può cogliere. Il suo stile è assolutamente perfetto, senza fare paragoni può competere con quello di migliori old-timers del revival, evidentemente Hurt ha frequentato gli ambienti giusti ed ha avuto dei buoni maestri, oltre ad aver avuto la fortuna di cominciare a suonate a soli dieci anni, un’età in cui si assorbe come spugne, in particolare quello che interessa maggiormente.
Il progetto di questo CD è impegnativo: presentare oggi un lavoro strumentale di solo banjo accompagnato sporadicamente da chitarra o fiddle può sembrare indirizzato ad una nicchia veramente ristretta.
In effetti che un disco di questo tipo possa avere una diffusione significativa sarà difficile, eppure lo spirito che emana, traccia dopo traccia, è quello giusto, con quelle sonorità tipicamente appalachiane coinvolgenti ed emotivamente stimolanti. Chi lo ascolta con attenzione non potrà non esserne coinvolto.
I brani sono in parte standard dell’area di Round Peek ed in parte brani modali della West Virginia. Cumberland Gap, Forked Deer, Falls Of Richmond, Red-Haired Boy, Black-Eyed Susie, Ducks On The Millpond e Sally In The Garden sono stati ascoltati in tutte le salse da chi è dentro questa musica, eppure possono ancora riservare un piacevole ascolto; mentre possono costituire una sorpresa per chi è a digiuno del tipico repertorio appalachiano per banjo.
Una parte dei brani è incisa per solo banjo, altri prevedono un duo con chitarra o con fiddle, mentre solo due brani vedono impegnato il trio banjo-fiddle-guitar.
Un CD gradevole il cui valore principale è il contributo nel mantenere viva una tradizione.
Copper Creek CCCD-0209 (Old Time Music, 2002)
Mariano De Simone, fonte Country Store n. 67, 2003