II problema principale che incontra chi deve recensire un album di Alan Eugene Jackson è quello di finire per ripetere sempre le solite cose. Come al solito la produzione del compact è affidata a Keith Stegall, un vero e proprio mago della sala di incisone e come al solito i brani (dieci) sono praticamente perfetti.
Grande, anzi grandissima, country music estremamente moderna ma in linea con la tradizione in modo da soddisfare sia i fans del nuovo Nashville sound che gli appassionati della musica country più tradizionale. Melodie ineccepibili e facilmente orecchiabili, musicisti di grande classe e professionalità, campagna pubblicitaria tambureggiante basata essenzialmente su concerti, passaggi radiofonici e soprattutto video clips di sicuro effetto hanno poi completato l’opera portando High Mileage nella ‘top five’ nel giro di pochissime settimane.
Naturalmente la voce del nostro georgiano, una delle più calde, corpose e melodiche dell’attuale panorama nashvilliano, rimane il punto di forza di questo disco, che viene giustamente ritenuto uno dei prodotti più significativi dell’intera produzione di Alan Jackson, all’altezza di A Lot About Livin’ (And A Little ‘Bout Love) ed Everything I Love.
Con queste premesse diventa quindi difficile ed estremamente personale scegliere i brani migliori del compact, anche se Little Man, Another Good Reason, Amarillo, Right On The Money e I’ll Go On Loving You (scritta da Kieran Kane) sono forse le composizioni di maggior peso.
Detto questo possiamo tranquillamente concludere la recensione dicendo che Alan era e resta uno dei nostri singer-songwriter preferiti. Lui intanto dalla sua tenuta vicino a Nashville chiamata ‘Real world’, continua ad incidere grandi canzoni e la sua stella brilla più luminosa che mai in un firmamento, quello di Music City, dove vi sono soprattutto meteore.
Arista 18877-2 (New Traditionalists, Traditional Country, 1998)
Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 46, 1999
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