Quattordici brani di bluegrass contemporaneo per questo trio, coadiuvato da Joe Sharp al contrabbasso.
Come tutti sanno, o dovrebbero sapere, Mike Auldrige è una specie di leggenda del dobro. E’ stato membro fondatore dei Seldom Scene, altrettanto leggendaria band di bluegrass, in cui ha militato per ventiquattro anni.
Non si contano le collaborazioni con artisti di fama, da Dolly Parton a Emmylou Harris. Auldridge vanta pure otto albums a suo nome nonché abbondante materiale didattico. Qui suona anche la Weissenborn e canta da solista, tenore e baritono.
Dopo aver suonato al parco di Dollywood Richard Bennet milita nei New South di J.D.Crowe dal ‘90 al ‘97 per registrare in seguito due albums a suo nome. Suona la chitarra, canta lead e tenor e firma la traccia 13.
Mandolinista di prim’ordine, Jimmy Gaudreau è attivo da una trentina d’anni. Comincia a mettersi in mostra nel 1969 rimpiazzando John Duffey nei Country Gentlemen. Dopo questa prima esperienza viene assunto come sideman in varie compagini. L’impegno più lungo è stato quello con la Tony Rice Unit con la quale ebbi il piacere di ascoltarlo ad un Telluride Festival nell’87 (vedi Hi Folks!). Negli ultimi anni è stato attivo con i Cheasapeake, insieme a Auldrige, Coleman e Klein. Canta lead, tenor e high baritone.
Come potete ben capire abbiamo a che fare con una formazione di serie ‘A’ che propone un bluegrass moderno, pulito e di gran classe. La scelta dei pezzi è la consueta macedonia di lenti, svelti, medi, tradizionali, covers e originali.
Fra i brani che ho trovato più significativi propongo Old Columbus Blues di Jimmy Gaudreau e Love Remains di Kim Fox.
Il primo è uno strumentale in minore che parte lento e stacca veloce dopo poco. L’influenza di Tony Rice è evidente sia nell’atmosfera sia nello stile del chitarrista. Love Remains ha un andamento mid-tempo con un aura malinconica. Belle voci e bel lavoro di crosspicking da parte di Gaudreau.
Niente male anche la riproposta di Come And Sit By The River dal repertorio dei Country Gentlemen. Le covers di Billy Gray (Norman Blake) e Across The Great Divide (Kate Wolf) mi sono piaciute meno in quanto l’eccessiva asetticità ha tolto da entrambi i brani la loro drammaticità d’origine.
Per concludere un dischetto elegante e ben eseguito, forse un tantino… moscio.
Rebel 1758 (Bluegrass Moderno, 2000)
Fabio Ragghianti, fonte Country Store n. 60, 2001