Domenica 15 Novembre al Palatrussardi di Milano, con il patrocinio della Barley Arts, si sono esibiti B.B. King e Robert Cray, con le rispettive band. La formula di un tale concerto non è nuova, già lo stesso B.B. King un paio d’anni fa si era presentato parallelamente a Ray Charles nello stesso show ed era stato un grande successo; ora con il rampante Cray ha ripetuto l’esperimento ed è andata altrettanto bene.
Puntualissimi a salire sul palco cominciano, per doveroso rispetto, il giovane bluesman texano e la sua formazione mettendo subito in mostra una buona grinta e la poca ortodossia nei confronti della tradizione che li contraddistingue. Robert Cray presenta l’album I Was Warned da poco uscito e rivisita alcuni suoi vecchi successi; la caratteristica fusione soul-blues-rock prende sempre più piede permettendo solo qualche trasgressione in puro soul che, per altro, viene accolta con grandi applausi. L’uso dell’organo in copertura di una voce calda e impostata dà ancora oggi i suoi frutti dal punto di vista emotivo e coinvolge decisamente il pubblico.
Il concerto di Cray dura poco più di un’ora; c’è ancora tempo per un bis e poi l’attenzione si catalizza nell’attesa del grande evento. Per la verità B.B. King in Italia è ormai quasi di casa, ma ad ogni suo ritorno c’è sempre attesa e simpatia da parte di un manipolo abbastanza consistente di irriducibili.
Presentato dall’immancabile enterteiner dopo un saggio quasi orchestrale da parte della sua band, Blues Boy appare con la sua Lucille a squarciare, con suoni purissimi, atmosfere rarefatte. Dà spazio ai suoi solisti, splendido il bassista, e prende confidenza gigionando un po’ col pubblico; poi si siede e presenta alcuni suoi vecchissimi pezzi come Nobody Loves Me But My Mother e Rock Me Baby, ma c’è ovviamente spazio anche per il suo immenso repertorio classico da cui pesca qua e là piccole gemme.
Il suono della sua chitarra è davvero inconfondibile e la sua voce, nonostante i sessantotto anni, è ancora forte e graffiante come ai bei tempi. B.B. King sembra davvero inossidabile, soprattutto se si pensa che gli ultimi anni della sua vita sono praticamente vissuti in un tour continuo. Il concerto volge al termine: si attende la grande reunion sul palco con tutti i musicisti, poi si può andare a casa soddisfatti.
Roberto Caselli, fonte Hi Folks! n. 56, 1992