Bellyachers (‘quelli del mal di pancia’) è il nome di una formazione californiana a quattro piuttosto recente che si dedica ad un country sound gradevolmente retrò, ma privo di particolare mordente. Sandra Mello (voce solista e basso), il fratello Brian Mello (voci, batteria e tastiere), Melody Baldwin-Baroz (voce e chitarra acustica) e Jon Stern (chitarra e mandolino) si fanno aiutare per Bottoms Up dagli amici David Phillips alla pedal steel ed alla lap steel guitar e Frances Raeside alla viola, con un risultato corale non particolarmente entusiasmante.
Se l’iniziale Bottoms Up richiama il guitar sound degli anni ’60 (leggi Shadows, anche se loro non cantavano), se la seguente One Night Stand resta abbastanza gradevole nel suo passo tradizionalmente country, You Are My Friend poteva essere tranquillamente bypassata.
What I’ve Got è uno shuffle molto texano, ma Blew Through Me spreca l’intuizione felice della chitarra tremolo e Pushing So Hard è puro pop.
Lone Trucker è un gradevole esercizio di alt. country con la batteria che tiene un tempo dannatamente gradevole, Lela poteva essere molto migliore senza quegli arrangiamenti di archi davvero stucchevoli ed inutili: perché non un’accordion?
We Blamed Nashville non poteva essere che un country tradizionale e non è poi neanche disprezzabilissimo, ma le prestazioni vocali di Sandra Mello non sono certo da grammy ed il tutto finisce in una specie di outtake dei Mamas & Papas versione anno 2000.
Su Love Stay In This Home mi sentirei di sorvolare, per concludere con la veloce Big Talking Man, animata da uno spigliato ritmo da slap-bass, molto anni ’50.
Bellyachers, in sostanza: assolutamente niente di nuovo sotto il sole della California. C’è ben altro di interessante, se credete a me.
Gut 22702 (Alternative Country, Traditional Country, 2000)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 61, 2002