Terzo disco questo What We Lost, ulteriore piena conferma delle grandi doti artistiche per Ben Bedford, uno dei singer songwriter migliori della sua generazione. Voce profondamente radicata nella terra americana, figlio della tradizione più blasonata del folk, Ben Bedford ha confezionato un disco forte nei contenuti e convincente nelle interpretazioni, toccando argomenti rilevanti come le difficoltà della vita da homeless o l’amore a prescindere dalle identità di genere.
Fire In His Bones è il suo tributo ad una delle figure leggendarie del delta blues, Charley Patton, Empty Sky è quasi autobiografica e rilegge metaforicamente l’espulsione di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden, fuori dal quale si trova il vero paradiso e non la punizione divina, Cahokia ci porta nel depresso e povero Mississippi.
Tutte le canzoni comunque disegnano caratterizzazioni intriganti, mai banali e con quel tocco quasi giornalistico che fece grandi personaggi come Phil Ochs e Bill Morrissey, oltre lo stesso Woody Guthrie. La quintessenza della grande provincia americana è qui tratteggiata con sagacia, con le proprie diversità e con le proprie raffigurazioni, come in John The Baptist, The Ballad Of Harlington Wood, Guinevere Is Sleeping e What We Lost.
Co-prodotto dallo stesso Ben Bedford e dal chitarrista Chas Williams, vecchio collaboratore di Nanci Griffith, l’album vede la presenza di un altro pard della cantautrice texana come Ron De La Vega al cello, Dennis Wage alle tastiere, Adam Gardner al basso e Peter Young alla batteria, tutti protagonisti discreti di un lavoro che affascina per forza espressiva e che si spinge ad affrontare in modo aperto ed intelligente le varie problematiche che compongono la difficile vita di tutti i giorni.
Waterbug WBG 111 (Folk, Singer Songwriter, 2012)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
Ascolta l’album ora