Benny Martin

Lo scorso 13 marzo un altro pioniere della musica bluegrass ci ha lasciati. Benny gran parte dei suoi 72 anni li aveva trascorsi suonando il fiddle, in formazioni country e bluegrass, incidendo dischi a suo nome e col ruolo di session man. Un personaggio originalissimo, molto amato dal pubblico e dai suoi colleghi che, numerosi, lo hanno voluto per la registrazione dei loro prodotti discografici .

Nacque a Sparta, nel Tennessee, in una famiglia di bravi musicisti che si esibiva semi-professionalmente. Imparò a suonare il violino giovanissimo, a 12 anni raggiunse Knoxville in autostop per suonare alla stazione radio WNOX e l’anno successivo lasciò definitivamente la famiglia per trasferirsi a Nashville dove, a soli 13 anni, ebbe inizio la sua carriera professionale.
Cominciò a lavorare subito, e dopo solo quattro anni di esperienza al fianco di nomi quali Roy Acuff, Kitty Wells e Johnny & Jack, nel 1945 mise piede sul palco della Grand Ole Opry. La musica bluegrass nasceva in quel periodo, lui contribuì a definirne la forma nella band di Bill Monroe nel biennio 1947-48 sostituendo quando assente il violinista ufficiale, Chubby Wise.
Di questa esperienza non vi sono testimonianze sonore, dobbiamo infatti ascoltare le incisioni di Flatt & Scruggs del 1952-53 per sentire il suo fiddle in un contesto bluegrass.
Molti classici del periodo vedono la sua presenza, Flint Hill Special, Dear Old Dixie e I’ll Go Stepping Too sono oggi ritenuti tali anche grazie al suo contributo.
La sua impronta la lasciò anche nel suono di altre numerose formazioni, gruppi per i quali spesso non ha però purtroppo inciso materiale sonoro, nomi di assoluta importanza storica come Stanley Brothers, Osborne Brothers, Jimmy Martin e Don Reno & Red Smiley.

La sua lunga carriera, caratterizzata da alti e bassi a causa dell’alcol, lo ha visto autore di numerosi dischi, registrati per etichette minori come la Starday, CMH e OMS, ma anche per major di grande importanza quali Mercury, Decca, RCA e MGM.
Pare abbia scritto qualcosa come 400 canzoni, e inciso il suo fiddle in centinaia di dischi altrui.
Ci basta ricordarlo negli LP anni ’70 di John Hartford, dove si integrava perfettamente in quell’atmosfera scanzonata ma magica al contempo. John Hartford il 16 marzo lo ha ricordato pronunciando parole di stima e profondo affetto al funerale del suo amico, dove si sono incontrati vecchi e giovani musicisti per dare l’ultimo saluto a Benny ‘Big Tiger’ Martin.
Noi possiamo ricordarlo solo attraverso le sue incisioni, stupendoci ancora una volta della sua grandezza, particolarmente ascoltando il suo ultimo disco, The Big Tiger Roars Again, titolo tristemente seguìto da un Part 1 che lascia intendere quanto l’anziano violinista fosse determinato nel voler proseguire sulla sua strada, iniziata soltanto sessant’anni fa.
In questo meraviglioso CD il violinista lo si ascolta in classici del bluegrass e brani scritti da egli stesso, lo si ascolta insieme a John Hartford, Buck White, Ronnie McCoury, Charlie Cushman, Jerry Douglas, Mike Bub, Terry Eldredge, Josh Graves, Earl Scruggs, Buddy Spicher, Kenny Malone, Buddy Emmons, Hugh Moore, Jim & Jesse McReynolds, Vince Gill, Tom T. Hall, Laura Weber, Mark Fain, Brian Sutton, Sonny Day, Larry Perkins, Don Wayne Reno, Ronnie Reno e Bobby Osborne.

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 57, 2001

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