Bethel Steele è una nuova voce che proviene da quella fertile scena cantautorale che vede Boston, Massachussetts e dintorni in primo piano nel proporre musica estremamente profonda ed introspettiva, con suoni che traggono la propria ispirazione dalla tradizione e dalla canzone d’autore delle ultime quattro/cinque decadi. Le ispirazioni sono molteplici, dall’inevitabile Joni Mitchell a quelle autrici che in questi anni hanno portato avanti questa particolare branca della musica roots, da Mary Chapin Carpenter a Lori McKenna, tanto per citare qualche nome.
Bethel Steele ha inequivocabili doti vocali e chitarristiche che si inseriscono su una visione sensibile e intimista che la porta a raccontare con limpida abilità storie che toccano rapporti interpersonali ed esperienze di vita. Beautiful Boy è in questo senso eloquente, un racconto in cui si parla di accettazione del proprio genere sessuale in un mondo in cui i ruoli sono proposti con rigida schematicità. Sunrise, con leggere influenze jazz che talvolta emergono nel percorso musicale di Of Love And Whiskey, parla di amore in maniera solare e non scontata, The Farm è una considerazione sul passato e sul presente sullo sfondo rurale di una vecchia casa e delle persone che ci vivono, Hard Love e Whiskey, in maniera diversa raccontano storie di dipendenza.
The Base e Blue Skies, i due momenti che aprono e chiudono l’album, sono tra i più significativi grazie alla delicata ispirazione per quanto riguarda il primo e alle inflessioni quasi gospel della seconda, un messaggio di speranza e di fiducia nel futuro. Dal punto di vista musicale l’album gioca con destrezza le proprie carte in un’alternanza di brani più scarni ed acustici ed altri in cui si aggiungono sezione ritmica e un più corposo intervento di chitarre acustiche ed elettriche.
Of Love And Whiskey, un disco oltremodo piacevole che rinnova le emozioni della più genuina tradizione cantautorale.
Trespass Music (Folk, Singer Songwriter, 2012)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
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