Big Joe in realtà si chiama Joe Maher, cantante e batterista di Washington DC. The Dynaflows sono Jeff Sarli al basso, Kevin McKendree al pianoforte ed organo Hammond, Rusty Bogart alla chitarra.
Un ensemble swingante, dal suono molto pulito, pieno e fermissimo, che giunge al suo terzo disco dopo un primo eccellente lavoro per la Powerhouse Records ed un buon follow-on per la Tramp. I brani di Layin’ In The Alley sono per lo più originali, ma se ci soffermiamo un attimo a riflettere su un paio di ‘covers’ proposte — Blue Monday di James Thunderbird Davis e Oke She Make She Pop di Big Joe Turner — si può forse meglio comprendere il tenore generale dell’opera, in termini di fonte ispirativa.
Un suono da big band prodotto da una small band, pur se una mano viene data da alcuni fiatisti ospiti, tra i quali l’onnipresente Kazanoff. Ora, sia ben chiaro che le atmosfere sono molto solide, lo sottintendevo poc’anzi sintetizzando le caratteristiche sonore dell’ensemble, e non v’è traccia di ‘croonerismo’ o gigioneria spicciola. Non siamo nell’ambito del jazz-soft-blues edulcorato o dell’easy listening travestito da musica colta. Qui c’è lo spirito giusto, la volontà e l’impegno a promuovere un suono ormai poco presente nel panorama delle blues band attuali.
La solita produzione Black Top è ineccepibile, anche per la cura riposta nel missaggio degli strumenti e nella ricerca timbrica, al fine di conseguire la massimizzazione dell’impatto sul fruitore. A costui vien data l’opportunità di gustare nelle migliori condizioni tutti i contrasti e le sfumature che la potenza, il gusto e la cultura musicale di Big Joe e soci riescono ad esprimere. Anche in questo caso l’invito è ad ascoltare Layin’ In The Alley, perché ne vale proprio la pena.
Black Top CD BT 1098 (Blues, Rhythm & Blues, 1994)
Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 3, 1994