Bill Keith - Something Auld, Something Newgrass, Something Borrowed, Something Bluegrass cover album

La Rounder ci ripropone un classico di Bill Keith, quel disco che nel 1976 rappresentò un riferimento per tutti i banjoisti, soprattutto europei, alle prese con lo stile ‘melodico’ di cui Keith é considerato l’ideatore.
In realtà, sì era trattato di una evoluzione che aveva visto uno dei suoi cardini in Hugh Carrol Best Jr., del North Carolina, banjoista nei primi anni Cinquanta con i Morris Brothers. Lasciata la carriera professionistica, si era esibito a lungo solo nei festival, fino ad essere riscoperto solo nei primi anni Novanta. Personaggio timido e schivo (ha dichiarato modestamente “Ho imparato da mio padre”), la sua figura è oggi considerata fondamentale.
Lo stesso Bill Keith, dopo avere ammirato Best al Festival di Asheville, dove quest’ultimo si esibiva frequentemente nei tardi anni Cinquanta, andò a fargli visita e successivamente si applicò in maniera costante allo stile melodico strutturando il proprio stile.
In questo Something Auld, etc. sono presenti i classici del banjo melodico di Keith, brani con i quali si sono cimentate generazioni di banjoisti.
Abbiamo così No Expectations di Jagger e Richard; Caravan di Ellington; Detour di Paul Westmoreland; Jordu di Duke Jordan; Auld Lang Syne, nel quale Keith fa ampio uso della sua elaborazione tecnologica dei ‘primitivi’ Scruggs tuners; fino a tradizionali come Farewell Blues e l’elaborata versione della fiddle-tune Rickett’s Hornplpe.
Evitiamo citazioni specifiche sui musicisti che lo accompagnano: ognuno meriterebbe un capitolo a parte. Si tratta di Jim Rooney (chitarra e voce), David Grisman (mandolino), Tony Rice (chitarra), Tom Gray (contrabbasso), Vassar Clements (fiddle), Kenny Kosek (fiddle e piano) e Al Jones (voce).
Nel complesso un disco non così ‘tecnico’ come forse é sembrato di leggere tra le righe, ma che conserva ancora intatta tutta la sua carica.

Rounder CDOO84 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Progressivo, 1998)

Mariano De Simone, fonte Country Store n. 46, 1999

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