Cominciamo il nostro viaggio fra i gruppi che suonano blues in Italia parlando dei Black Cat Bones, una blues-band che si avvale dell’apporto di Gennaro Carillo all’armonica e voce, di Gianni ‘B.B. Panza’ Di Ruvo alla chitarra elettrica e dobro, di Matteo Castiglioni al basso, di Giuliano Dal Dosso alla batteria e, da qualche mese, di Nunzio Dragonetti al pianoforte.
Dopo una lunga serie di concerti che li ha portati a suonare in alcuni dei locali più interessanti e rinomati di Milano e Lombardia, oltre che in Svizzera e al festival blues di Nave, i Black Cat Bones hanno finalmente deciso di dare alle stampe il loro primo CD, dal titolo Just A Little Blues.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerli un paio d’anni fa, in un periodo in cui il gruppo si stava ‘ricomponendo’ dopo una precedente ‘pausa di riflessione’. Subito siamo rimasti colpiti dalla bravura di quello che è il vero leader della band, Gennaro Carillo: Gennaro è uno dei migliori armonicisti italiani (e, a nostro parere, ha poco da invidiare anche a molti artisti americani di buon nome), possiede una bella voce ed è uno straordinario ‘animale da palcoscenico’.
Assieme a lui, Gianni Di Ruvio che è un buon chitarrista ritmico, un solista in continuo miglioramento e da un po’ di tempo anche un sorprendente suonatore di dobro-slide, una sezione ritmica compatta e coinvolgente composta da due ragazzi giovanissimi, Matteo Castiglioni e Giuliano Dal Dosso, e (last but not least) il ‘genio e sregolatezza’ di un pianista di sicuro talento: Nunzio Dragonetti.
Abbiamo ascoltato in anteprima Just A Little Blues e possiamo dirvi di essere rimasti meravigliati dalla sincerità e dall’entusiasmo che si sprigionano dalla loro musica. Questo CD è un’opera prima sorprendente, davvero di buon livello, che oltretutto offre anche (in tempi di scarsa produttività per molti artisti più famosi) più di un’ora di musica da ascoltare e da apprezzare.
Fra i titoli che riportiamo qui a fianco, vorremmo segnalarvi l’immortale Help Me di Sonny Boy Williamson II, la versione divertente e splendidamente riuscita di una Sunnyland (cantata nel microfono dell’armonica) che rievoca, grazie anche all’ottimo dobro di Gianni, le atmosfere del blues anni ’50, le incursioni nel soul e nello zydeco di Dark End Of The Street e della bellissima Jambalaya, lo slow Black Night e una Dixie Diner dove fa grande sfoggio di se il pianista Nunzio Dragonetti: davvero bravo!
Ma tutti i brani (esclusa, secondo noi, una versione non molto convincente di Who) meriterebbero di essere menzionati: vi invitiamo a cercare questo disco, perché ne vale veramente la pena. Qui al fianco, troverete anche un numero a cui rivolgervi per eventuali contatti (per concerti, per il CD o anche solo per conoscerli: non sono solo bravi, sono anche simpatici…). Vi aspetto al prossimo concerto dei Black Cat Bones: scoprirete una delle realtà più interessanti dell’odierno panorama blues italiano!
Nothing But Trouble – Just A Little Bit/Solo Un’Altro Po’ – Dark End Of The Street – Jambalaya (On The Bayou) – Who – You Gotta Love Her With A Feeling – Black Night – Sunnyland – I Love To Jump The Boogie – Help Me – Flip, Flop And Fly – Got My Mojo Working – Dixie Diner – You Don’t Have To Go
(Blues, 1995)
Paolo Cagnoni, Cristina Hoffer, fonte Jamboree n. 1, 1995