Una tendenza facilmente riscontrabile nelle odierne string bands americane è la loro assoluta instabilità. I gruppi si formano, si sciolgono, si riuniscono, si scambiano elementi con una velocità impressionante. Di solito un’esperienza di questo tipo si lascia alle spalle – escludendo eventuali rapporti d’ordine affettivo o di comodo – una stagione di concerti, qualche convention, un numero più limitato di contests, un disco (nel migliore dei casi) ed un’ennesima occasione perduta.
Occasione perduta? Non è piuttosto un bene che musicisti di diversa provenienza, di disparate estrazioni musicali, abbiano la possibilità, meglio ancora se con una certa frequenza, di scambiarsi pareri, di esperimentare tecniche e stili, di condividere emozioni, speranze, delusioni? Codesta situazione non può che rallegrare gli appassionati di folklore a caccia di ‘scoops’… ed assai meno i collezionisti di dischi con l’occhio vigile sulle proprie finanze.
Il discorso rimane comunque aperto.
La Blue Flame Stringband ci serve giusto a puntino per esemplificare il tutto. La Blue Flame Stringband nasce a Berkeley, California, un anno fa dallo incontro di quattro sbandati: i coniugi Susie Rothfield, ex accompagnatrice della folk-singer inglese Frankie Armstrong, ex Any Old Time, ex Backwoods Band, superba violinista attualmente impegnata a studiare il cajun-fiddle sotto la tutela di Dewey Balfa, e Eric Thompson, ex bluegrassaro, ex Backwoods Band, chitarrista di mediocre levatura osannato dal pubblico facilone e stroncato dalla critica attenta; Kate Brislin, già cantante solista, ex Jody Stecher Band, ex Any Old Time (fondatrice ed animatrice), considerata dai palati fini di sesso maschile ‘Miss Otm’ per il 1983, eccellente banjoista e voce versatile; Alan Senauke, direttore della rivista Sing Out!, ex Leicester Fiat, ex Fiction Brothers, musicista trascurabile, cantante con notevoli problemi d’ugola.
L’album si presenta subito come un polpettone sonoro i cui ingredienti, in avanzato grado di avaria, comprendono cajun, blues urbano e rurale, tradizione bianca, country & western, folklore greco, un gospel profano ed un battutino di rock formato easy-listening.
Senza esagerare, personalmente salverei solo le versioni di classici cajun interpretati con gusto, acutissimo senso del ritmo, note robuste e vigorose, ottime voci in diverse combinazioni a duetto (indovinata l’accoppiata femminile).
In Eunice Two-Step e Hippé Taiaud ai fiddles della Rothfield e di Thompson si affianca l’accordeon, prima con un efficace unisono e poi con una valanga di divagazioni solistiche, dell’ospite Marc Savoy (a proposito, ve lo ricordate nelle scene finali del film di Walter Hill Southern Comfort-I Guerrieri della Palude Silenziosa?).
Per il resto, i momenti appena appena felici di Boll Weevil e Wild Hog In The Woods non bastano certo a riscattare un lavoro in cui tra l’altro la parte del leone, strumentalmente e vocalmente, spetta in esclusiva agli elementi femminili della band.
E i due maschietti? Quattro buone braccia tolte all’agricoltura.
Flying Fish 275 (Cajun, Country Acustico, Country & Western, Old Time Music, 1983)
Pierangelo Valenti, fonte Hi, Folks! n. 4, 1984