Qualche tempo fa, nelle news, avevamo dato notizia della nascita dei Blue Highway, una nuova band formata da cinque elementi, di cui tre di altissimo livello e già famosi nell’ambiente bluegrass e country. Andiamo con le presentazioni.
Tim Stafford (chitarra e voce) è il responsabile dell’operazione, è lui che ha messo in piedi il quintetto. Tim ha fatto parte dei Dusty Miller, della East Tennessee State University Bluegrass Band, ha registrato tra gli altri con Butch Baldassari e Benny Sims ma, soprattutto, è stato elemento di grande importanza negli Union Station di Alison Krauss, con i quali ha registrato il Grammy Award Every Time You Say Goodbye. E’ un chitarrista raffinato e grintoso, un ottimo autore e un cantante dalla voce potente e bluesy.
Anche Shawn Lane (mandolino, fiddle e voce) è stato membro della bluegrass band dell’East Tennessee University, e con loro si è esibito anche in Russia. Oltre a ciò ha militato nei gruppi di Larry Sparks, Doyle Lawson e Ricky Skaggs, il quale ha affermato di essere stato molto felice di aver avuto al suo fianco un così bravo cantante tenor (…e se lo dice lui!).
Rob Ickes (dobro e voce) è il più interessante dei nuovi dobroisti venuti dopo Jerry Douglas. Sarà che forse quest’ultimo al momento delle incisioni fosse occupato, ma che la Cox Family, Laurie Lewis, Claire Linch e Tony Furtado per incidere i loro dischi abbiano bussato alla porta di Rob Ickes vi sarà un motivo, che dite? Il giovane Rob è possibile ascoltarlo anche in The Great Dobro Sessions, tributo allo strumento che lo scorso anno ha fatto guadagnare un Grammy Award a Jerry Douglas, produttore del disco.
Il nome di Wayne Taylor (contrabbasso e voce) non ha niente da spartire con quello del chitarrista che affianca Bill Emerson, è solo una omonimia, e vi confesso di aver pensato anch’io immediatamente a lui (…due chitarre nella stessa band?). Arriva da collaborazioni con band minori, come quelle dei Bluegrass Kingsmen e di Tim Laughlin (ricordate vero?), perfetto nel suo ruolo di bassista, ma ancora meglio in quello di lead vocalist, davvero un grande talento.
Jason Burleson (banjo e mandolino) è il meno conosciuto, ha uno stile banjoistico che evidenzia le dinamiche, percussivo e ‘strappato’, e ricorda da vicino quello del grande Ron Block. Sentire per credere.
Infine, lasciate che vi elenchi i nomi di alcuni importanti palchi sui quali questi ragazzi singolarmente si sono esibiti: Carnegie Hall, Winterhawk, Merle Watson Festival, Telluride, Ryman, Grand Ole Opry, oltre a passaggi televisivi su TNN, PBS e CBS.
Altro da aggiungere per conquistare la vostra curiosità? Capita raramente, ma capita, di veder nascere ottime bands, qui però siamo di fronte ad una formazione di musicisti di altissimo livello, tre dei quali (Tim, Shawn e Wayne) con una voce lead che centinaia di altri gruppi sognano di avere!
It’s A Long, Long Road è un disco di bluegrass moderno, nella concezione, nella varietà dei pezzi, negli arrangiamenti curatissimi e nel suono (Rich Adler, Suite 2000 Studios… ehm, ehm).
Due strumentali portentosi, un classico dal repertorio Stanley, un pezzo di provenienza folk (Ewan MacColl), un Norman Blake, oltre a cinque originali sono sufficienti a dimostrare la loro padronanza di diversi stili e formule, dal country-gospel, al duet singing, al country, all’hard-core bluegrass, ecc. Da acquistare ad occhi chiusi.
Rebel REB-1719 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Moderno, 1995)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 29, 1995
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