Bob Dylan - Mr. Tambourine Tutte le canzoni e le poesie, Vol.1

Sono passati diciotto anni da quando apparve per la prima volta in Italia una traduzione in volume delle canzoni di Bob Dylan, curata da Stefano Rizzo e pubblicata da Newton Compton. Da allora altri tre volumi hanno integrato in vario modo la pubblicazione dell’intero ‘corpus’ dylaniano, che comunque, per quello che riguarda le traduzioni italiane, restava fermo al 1980. A rimettere ordine e ad arricchire tutto il materiale in questione provvede ora Arcana Editrice che annuncia l’opera omnia di Mr. Zimmermann (canzoni e poesie) in tre volumi e pubblica, per aprire i giochi, il primo, che copre il periodo ’62-’64, vale a dire i primi quattro album: Bob Dylan, The Freewheelin’ Bob Dylan, The Times They Are A-Changin’ , Another Side Of Bob Dylan.

Il riferimento è l’edizione delle Bob Dylan’s Lyrics, 1962-1985 pubblicata in America dalle edizioni Knopf, e che altro non è se non l’aggiornamento dei Writings & Drawings pubblicati da Knopf già nel 1973; ma confidiamo che quelli dell’Arcana vadano ben oltre, vista la straordinaria prolificità di Dylan negli ultimi quattro anni, tra dischi a suo nome e collaborazioni con i Traveling Wilburys. Si profila quindi una edizione definitiva – anche se trattandosi di Dylan non si può mai sapere – del materiale pubblicato fino ad oggi, e soprattutto un’edizione omogenea, nel senso che le canzoni sono pubblicate rispettando l’ordine col quale compaiono sui dischi e che i pezzi inediti, conosciuti finora solo su bootleg, vengono inseriti nel relativo periodo di probabile composizione ed esecuzione. Altra piacevolissima ed azzeccatissima novità è la presentazione grafica dei versi: non si tratta infatti della semplice offerta del testo originale a fronte, bensì in questo caso testo inglese e italiano sono giustapposti a fronte sulla stessa pagina, rendendo così strettissimo il rapporto tra le due versioni.

Ma la vera novità è data dalla traduzione, di cui si è occupato Tito Schipa jr., uno scrittore di canzoni e un dylaniano di provata fede, autore, tra l’altro, di un album dal titolo emblematico (Dylaniato) nel quale presentava cover italiane di canzoni di Dylan, alcune rese addirittura in dialetto romanesco; album che, crediamo, ha senza dubbio guidato la scelta metodologica con cui Schipa jr. ha affrontato il lavoro di traduzione. L’obiettivo, infatti, è stato quello di non tradire la poeticità del testo originale conservando, e qui sta il bello, tutto il complesso bagaglio di rime pure, imperfette, baciate, alternate con le quali sono costruiti metricamente i versi di Dylan. Abituati a leggere Dylan tradotto in italiano col verso libero, ci eravamo quasi dimenticati di quanto frequenti fossero le rime nelle sue canzoni e di quanto in effetti scandissero il ritmo interno dei versi: e il lavoro di Schipa jr. è tutto teso a recuperare proprio questa dimensione di musicalità interna dei versi. Confesso che all’inizio si rimane un po’ spiazzati di fronte a questa soluzione stilistica, ma procedendo nella lettura ci si rende conto della giustezza dell’operazione, che raggiunge esiti felicissimi quando Schipa jr. recupera in pieno la sua sensibilità di musicista: provate a cantare «To Ramona» in italiano e vedrete che funziona decisamente bene.

Giusta anche la scelta lessicale, che rende molto bene, con un gergo colloquiale e familiare, quelle parti di testo in cui Dylan si esprime in slang. Rimango invece un po’ perplesso sull’uso di certi termini ormai desueti nella nostra lingua, ad esempio “vi conto” per “vi racconto” oppure “chè” al posto di “perché” e sull’ abuso della contrazione “‘sto” al posto di “questo”, che certe volte appesantisce un po’ la pur efficace quotidianità del linguaggio.
Oltre alle canzoni, poi, ci sono le poesie: quelle apparse sulle copertine di Times Are A-Changin’ e di Another Side, più altre ancora recuperate da varie sedi, che integrano ed ampliano esaurientemente il discorso sul Dylan creatore di versi, e che ci forniscono altri elementi per indagare sul significato del suo percorso poetico.
Ci sono tutte le premesse insomma – e non ultima l’impeccabile veste grafica – affinché questa diventi l’edizione di riferimento dei testi di Dylan tradotti in italiano, ed in attesa delle prossime puntate sarà piacevole perdersi di nuovo a scandagliare il senso misterioso e la magia affascinante di quelle canzoni che incatenano tuttora, oggi come tanti anni fa, quelli che si accingono a leggerne i testi, cercando di decifrare i contorni del personaggio, domande le cui risposte soffiano ancora nel vento.

Luciano Ceri, fonte Chitarre n. 59, 1991

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