Bonny Jack – Somewhere Nowhere cover album

Bonny Jack (ovvero Matteo Senese) è un poliedrico one man band romano, che con Somewhere, Nowhere, suo terzo lavoro, conferma la profonda conoscenza e attenzione alla tradizione americana che da sempre lo caratterizza: l’espressività della sua musica è costruita su pregevoli sonorità acustiche e atmosfere evocative. Voce, chitarra e banjo si intrecciano a strumenti come violino, fisarmonica, armonica e tromba in arrangiamenti sapientemente curati: l’album si muove con naturalezza tra molteplici generi, attraversando le strade del folk e del country, richiamando anche blues e spiritual. L’universo sonoro di Bonny Jack fonde tradizione e moderne influenze roots, richiamando a tratti immagini che trasportano l’ascoltatore nel vecchio west.

Fin dalla traccia d’apertura, Uncle Jack, si viene appunto immersi in tale dimensione, con l’elegante violino di Brian D. e la voce carica di pathos di Bonny; l’energetica Carnival Valley si presenta con uno stile che unisce country e sfumature grunge, evocando scenari oscuri e atmosferici. Degno di nota è pure Wake Up, dove la fisarmonica di Angela Foschi rievoca melodie folk coinvolgenti, mentre Devil’s Saddle si caratterizza per quell’atmosfera dark e narrativa che richiama il folk di fine ‘800. Analogamente DamaJuana e Mother Moon si distinguono per arrangiamenti ricchi e dettagliati, conferendo al disco una varietà dinamica pur rimanendo coerente nel suo focus acustico.

La qualità del lavoro emerge non solo dalla scrittura e dall’interpretazione vocale di Senese, ma anche dall’apporto di altri musicisti di rilievo, come il chitarrista e armonicista Guido Jandelli e il percussionista Andrea Vettor: ognuno di loro arricchisce i brani, mantenendo un equilibrio tra essenzialità e ricchezza sonora.
Somewhere, Nowhere è dunque un progetto maturo che conferma Bonny Jack come un autore capace di rinnovare la tradizione roots americana con la sua sensibilità, in un viaggio immersivo, autentico e intenso, che valorizza le sonorità acustiche per una profonda suggestione emotiva.

Produzione Indipendente (Traditional Country, Folk, Blues, White Spiritual, 2025)

Luca Zaninello, fonte TLJ, 2025

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