Bravo Johnson - Come Taste The Sun cover album

Ascoltare le canzoni che compongono questo Come Taste The Sun equivale a fare un viaggio nel tempo sulle note di un roots rock dalle forti implicazioni californiane. Di volta in volta sembra di trovarci di fronte a qualche outtake dei Grateful Dead (l’iniziale Spell sembra proprio un brano della coppia Garcia/Hunter), del Neil Young accompagnato dai Crazy Horse, dei Wilco, del Tom Petty più chitarristico e vicino allo spirito delle cosiddette jam bands.
Bravo Johnson, californiano di San Roman e dalle radici ispaniche, non è comunque solo un clone dei nomi citati ma un artista dotato di buone capacità espressive e sulla via di una maturazione forse ancora non propriamente avvenuta. Dopo l’interessante esordio con The Crooked And The Straight del 2008, questo Come Taste The Sun gioca le sue carte con sonorità desertiche e melodie asciutte, con immagini decisamente cinematografiche che rimandano al Wim Wenders americano di Paris, Texas o, andando ancora più indietro al bianco e nero di Alice Nelle Città.

Anche i titoli appaiono scarni e immediati, quasi a fissare nella memoria ricordi semplici, disadorni ma sempre vividi. Rider, Bird, Sun Song e Sway sono sulla stessa lunghezza d’onda delle lunghe cavalcate del Neil Young di Zuma o di On The Beach, con la solida sezione ritmica nelle mani del bassista Oscar Duke e del batterista Inaki Garcia e le chitarre elettriche, slide, il dobro e il banjo di Hendrik Roever a dettare i tempi e definire i suoni. Magnolia è un altro momento da fissare quale perfetto connubio tra passato e presente, tra la California degli anni sessanta e l’alternative country odierno, mentre Burnt ha il fascino di certe ballate dei Drive-by Truckers.
Come Taste The Sun troverà molti estimatori tra coloro che apprezzano band come i Giant Sand, i Calexico e i Richmond Fontaine anche se, come detto, aspettiamo un’altra prova per decretare la nascita di una nuova realtà nell’ambito roots.

Stone Junction Music (Roots Rock, Alternative Country, 2010)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2011

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