Se il nome di Brian Burns non vi dice niente, non potete fare altro che recitare il ‘mea culpa’, perché noi ne abbiamo cominciato a parlare – molto bene, in verità – fin dal 1997, anno in cui Brian esordisce con lo stupendo (anche nel titolo) Highways, Heartaches & Honky-Tonks, per poi riproporsi nel corso degli anni con gli altrettanto validi Angels & Outlaws (1999) e The Eagle & The Sanke: Songs Of The Texians (2001).
Questo Heavy Weather, se da un lato interrompe la regolare cadenza biennale con la quale Brian ci aveva sottoposto le sue opere, dall’altro conferma tutto quello che di positivo si era scritto ed ascoltato di lui.
Brian possiede una bella voce, calda e profonda, vagamente accostabile a quella dell’inossidabile menestrello canadese Gordon Lightfoot e le occasioni per controllare questa affermazione sono frequenti nell’ascolto del disco, da The Rain Before A Hurricane fino alla cover – fatto piuttosto raro per Brian – di un brano dello stesso Lightfoot, quella Wreck Of The Edmund Fitgerald che appariva sul suo Summertime Dream del 1976.
Brian è texano e questa sua prerogativa emerge prepotentemente in tutta la sua produzione che spazia dalle ballate acustiche profumate di border (Hurricane Casey è un piccolo/grande capolavoro, con tanto di accordion e chitarra spagnola, il tutto in mano al nostro), agli episodi più ritmati (Fisherman’s Blues ne è un calzante esempio, anche se si tratta di un’altra cover).
I suoi testi altro non sono che cronache di fatti, situazioni, circostanze di vita reale, vissute in prima persona e filtrate attraverso un carattere aperto e positivista.
Non avrebbe molto senso citare un brano in quanto migliore di un altro, (Heavy Weather piuttosto che Indianola, The Train Wreck At Kiowa Creek o la celebrativa Nothing To Say (Austin Vs. Nashville), Broke Down In Tulsa, l’accattivante Drink The Drivin’ Rain, la sobria Thunderstorms & Tyler Roses e la conclusiva e pianistica The Mistress Of Storms, se non calcoliamo il bonus track Urban Legends, con suo contenuto non propriamente terreno e materiale…
Tutto questo per sottolineare come il livello medio di questo disco sia incredibilmente alto: se amate il cantautorato in generale e quello texano in particolare non potete assolutamente mancare di fare vostro questo prodotto.
Brian Burns è un grande che si sta facendo via via sempre più grande, col suo script serio o ironico che sia e If You Don’t Believe I Love You, Ask My Wife e Welcome To Texas, But Don’t Forget To Go Back Home ne sono due fulgidi esempi, anche se non sono compresi in questo eccellente album.
Presidio 20041 (Singer Songwriter, 2004)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 73, 2004