Brother Robert - Growing up with Robert Johnson

Com’era prevedibile, il mito non si ferma mai ed è arrivato, puntuale all’appuntamento (è uscito agli inizi di giugno), anche Brother Robert: Growing Up With Robert Johnson di Annye Anderson. Lei è una sorellastra acquisita di Robert Johnson (aveva dodici anni quando è morto) e a oltre novant’anni ha deciso di raccontarne la storia dalla sua prospettiva, molto ravvicinata.

A scanso di equivoci, bisogna precisare che non c’è alcun legame di sangue con Robert Johnson, che nacque in seguito a una relazione tra la madre, Julia Dodds, e Noah Johnson, un bracciante. Julia aveva già avuto dieci figli dal marito, Charles Dodds, che in quel periodo era fuggito da Hazelhurst per evitare il linciaggio promosso dai fratelli Marchetti, latifondisti le cui proprietà confinavano con le sue (guarda caso).

Fin qui le ricostruzioni di tutti i ricercatori coincidono e così il fatto che Annye sia la figlia di Charles Dodds, che cambiò nome in Spencer, una volta trasferitosi a Memphis, e della convivente. Non di meno, la moglie Julia continuava a spedirgli un figlio dopo l’altro con l’idea di riunire la famiglia, che si è così allargata considerevolmente ed è in quel contesto che nasce Brother Robert: Growing Up With Robert Johnson.

Non è necessario ribadire che Annye è piuttosto marginale nell’albero genealogico di Robert Johnson e, in effetti, nella disputa ereditaria di qualche anno fa, era stata esclusa da ogni eventuale rivendicazione, ma ciò non toglie che la sua testimonianza possa fornire ulteriori margini di indagine.

Sarà da vagliare l’affidabilità dei ricordi che costituiscono la massa principale del libro che ha scritto in collaborazione con Preston Lauterbach, ma i contributi di Elijah Wald e Peter Guralnick dovrebbero bastare a garantirne la solidità dell’aneddotica.

Merita un cenno anche la fotografia, che campeggia sulla copertina di Brother Robert: Growing Up With Robert Johnson. È stata scattata, come racconta Annye Anderson, in una cabina automatica in Beale Street, all’incrocio con Hernando Street. Lei aveva dieci o undici anni ed era a passeggio con Robert (e la sua chitarra) e un’altra sorella, Carrie, quando decisero di scattarsi una foto in quella cabina, dove bastava un nickel, ovvero cinque centisimi di dollari per avere il proprio autoscatto.

Il primo piano rivela un lato brillante e naturale di Robert Johnson, ma a dispetto delle volontà dichiarate di Annye Anderson e dei curatori di restituirne un’immagine più realistica, anche il destino della fotografia sembra fatto apposta per alimentare ulteriori supposizioni. Prima è rimasta per anni in una scatola, in compagnia di una bottiglia di olio per macchina da cucire. Poi, un trasloco dopo l’altro, è sgusciata fuori in cerca del suo destino e, un secolo dopo, eccola qua, a mostrarci un altro volto di un ragazzo che ha cambiato la musica per sempre.

Brother Robert. Growing up with Robert Johnson di Annye C. Anderson (Hachette Book, 2020)

Marco Denti, fonte Il Blues n. 151, 2020

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