Bruce Daigrepont - Petit Cadeau cover album

Vergogna Bruce, farsi risentire dopo ben cinque anni dal tuo ultimo disco!
Scusate, ma andava detto. Stir Up The Roux, il suo debutto, porta la data del 1987, una opera prima che non lasciava dubbi in quanto a talento e mestiere del nostro; poi, due anni dopo, giunge Coeur Des Cajuns a confermare le aspettative nei suoi confronti. I primi due album, ben incisi e ben prodotti, furono stampati dalla Rounder, etichetta con un vasto quantitativo di titoli cajun all’interno del suo catalogo. Credevo di essermi perso qualcosa nel frattempo, chissà qualche incisione per una casa discografica locale, invece pare che il bravo Bruce questi ultimi cinque anni li abbia passati in maniera intensa, suonando in ogni locale della Louisiana, ma lontano da studi di registrazione.

Peccato, perché artisti come Daigrepont varrebbe la pena di ascoltarli più spesso, molto più spesso. Il suo amore verso la musica moderna, rock e altro, risulta evidente, ma è come ha filtrato questo suo amore nella tradizione cajun ciò che fa apprezzare l’artista. Non abbiate paura quindi a tuffarvi di testa in questo genere ora che Bruce è tornato, l’impatto non sarà affatto traumatico, non sentirete solo il vecchio suono di accordion e fiddle alle prese con traditional e standard del genere, ma una musica attuale, con palesi riferimenti a quanto si ascolta oggi; in altre parole, il cajun degli anni ’90.

Petit Cadeau, nonostante ci giunga dopo molto tempo dal precedente lavoro di Daigrepont, ripropone la ricetta sperimentata con successo in passato, una miscela gioiosa ed esplosiva di cajun, country e rock’n’roll, sempre però rispettosa del suono tradizionale. Bruce non si spinge molto in là come nel caso di Zachary Richard o, a volte, Michael Doucet, ma riesce comunque ad essere innovativo, fresco e all’avanguardia.

Rounder 6060 (Cajun, 1994)

Maurizio Faulisi, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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