Telefonata di Maurizio: Fabio, scrivimi un nuovo pezzo, ma mi raccomando: niente texani! Allora mi sono detto: parleró di California, della cosidetta ‘Nashville West’. Poi, al momento di raccogliere materiale, ho scoperto che anche colui che si contende con Merle Haggard la corona di ‘Bakersfield Sound’ è nato in Texas…
A questo punto il capo, saputo che si trattava di cotale personaggio, mi ha dato la sua benedizione. D’altra parte ho poca simpatia per gli stereotipi commerciali ‘made in Nashville’ e quando penso che un artista che parla ‘al cuore, dal cuore’ quasi sempre mi viene in mente un figlio di Alamo e della Stella Solitaria, anche involontariamente, come è successo questa volta.
L’occasione per questo articolo mi è stata data dalla recente investitura di Buck Owens alla Country Music Hall of Fame. Il prestigioso riconoscimento gli è stato consegnato da colui che tanto ha fatto per rivalutarlo, ripescandolo, negli anni 80, da un semi-pensionamento e facendosi nuovo alfiere del ‘Bakersfield Sound’: Dwight Yoakam.
Sicuramente molti di voi ricordano, una delle rarissime volte in cui un canale nazionale si degnó di parlare di C&W, di aver visto Dwight e Buck duettare in ‘Street of Bakersfield’ versione tex-mex, featuring Flaco Jimenez, ‘El rey de San Antonio’ (tanto per cambiare). Questa registrazione riportó Buck Owens nelle charts dopo anni di oblio.
Buck Owens nasce a Sherman, Texas, il 12 Agosto 1929, in una famiglia di agricoltori. All’anagrafe Alvis Edgar, venne soprannominato Buck da giovanissimo, per la somiglianza con un mulo della fattoria paterna. Nel ’37 gli Owens si trasferiscono a Phoenix, Arizona. Qui Buck, abbandonati gli studi, inizia appena puó a lavorare come camionista (negli anni ’60, insieme a Red Simpson, sortirá una serie di classici per truckdrivers come Runaway Truck).
E’ in questi anni che papá Owens porta a casa prima un pianoforte, poi una vecchia radio, di cui Buck fece doppio uso. Se ne serví infatti sia per ascoltare musica Hillbilly e Western Swing, sia come rudimentale amplificatore per la sua prima chitarra elettrica.
A sedici anni giá si esibiva negli honky tonks. Uno dei suoi primi gruppi si chiamava Mac’s Skillet Lickers.
All’etá di diciassette anni Buck sposa Bonnie, una ragazza dell’Oklahoma che in seguito ottiene una certa notorietá come ‘yodeler’. Dopo il divorzio, Bonnie divenne Mrs Haggard, nonchè vocalist per entrambi i mariti.
Nel 1951 Bonnie e Buck imboccano la Route 66 diretti a Bakersfield (poi Buck-ersfield per quelli di Nashville).
“All’inizio ingaggiai Buck come chitarrista – ricorda il promoter e musicista country Bill Woods – Era verso il ’53. Ecco per cosa si vendeva. Un chitarrista. Fece qualche data con la mia band al Black-Board di Chester. A quei tempi era un locale tosto. I locali da ‘botte e bevute’ avevano preso il posto delle sale da ballo. Diavolo, non si pagava biglietto d’ingresso e potevi ciuccarti e ballare fino a diventar matto. A volte la situazione si incattiviva parecchio. Un locale del tipo: battiti-e-leccati-le-ferite. Ma la musica era dannatamente buona”.
Il nome di questa band era ‘Orange Blossom Playboys’. Dunque Buck comincia a farsi un nome come ‘session guitarist’, via via personalizzando quel suo stile aspro e metallico che diventerá caratteristico ed inconfondibile.
Durante il giorno Buck frequenta l’ambiente musicale di Hollywood, dove lavora come turnista per artisti della Capitol, fra cui Tennessee Ernie Ford, Gene Vincent e Sonny James. Insoddisfatto di lavorare solo nei dischi degli altri, e avendo intuito che la richiesta maggiore era per cantanti-autori, Buck inizia a comporre e, dopo una parentesi minore con la Pop Records, viene messo sotto contratto, nel ’56, da Ken Nelson della Capitol.
Raggiunge una certa credibilitá stilistica con il suo terzo singolo: Walk The Floor, uno shuffle con la batteria registrata piuttosto ‘avanti’ per quei tempi, artificio tipicamente ‘owensiano’ che precorre la tendenza attuale. “Sono stato sempre criticato – dice Buck – perchè usavo troppa batteria nei miei dischi. Penso di aver sentito piú ‘beat’ rispetto all’ambiente country dell’Est. (-)Oltre che dai grandi del country sono stato influenzato da un sacco di primi rock-and- rollers: Chuck Berry, Fats Domino, Carl Perkins, Elvis, Eddie Cochran. (-)Facevo parecchio rock al Blackboard, cosí il ritmo mi è venuto naturale, lo sentivo”.
Successivamente Buck incontra sulla sua strada due personaggi che cambieranno la sua vita artistica e non solo: Don Rich e Jack McFadden. Nato ad Olympia, Wa, nel ’41, Don Rich vince il primo ‘fiddle contest’ all’etá di 11 anni, oltre ad eccellere precocemente anche alla chitarra. Nel ’58 inizia lo storico sodalizio. Con i suoi strumenti ed il suo ‘high tenor’ Don Rich sará presente in tutte le incisioni dei Buckaroos diventando l’alter ego imprescindibile di Buck. Perderá la vita in un incidente motociclistico nel ’74 dalle parti di Morro Bay, California.
Per un certo periodo il bassista dei Buckaroos fu un certo Mr. Haggard. Potete trovare una versione contemporanea dei Buckaroos, sia nel look che nel sound, nei formidabili ‘Derailers’, come giá ha avuto modo di osservare su ‘Country Store’, Dino Della Casa, un altro filo-texano. “Seguivo Buck fin dai tempi del Blackboard – ricorda il promoter Jack McFadden – un pomeriggio del ’63 gli telefono, giusto per salutarlo, e la conversazione cadde sull’idea di rappresentarlo in esclusiva. Ci incontrammo quel pomeriggio stesso per parlarne nei dettagli. Ecco come tutto è cominciato. (-)Nel ’64 predissi che Buck avrebbe avuto undici dischi N.1 in fila, ma avevo torto. Ne avemmo ventisette”.
Molti di questi brani sono stati in seguito riportati al successo da altri artisti. Pesco dal mucchio: Excuse Me, Act Naturally, Buckaroo, Together Again, Open Up Your Heart, I’ve Got A Tiger By The Tail… Act Naturally fu poi incisa addirittura dai Beatles, e, nell’89 di nuovo da Buck insieme a Ringo Star.
Al successo discografico Buck aggiunge un certo talento nel diversificare le attivitá creandosi un piccolo impero con le ‘Buck Owens Enterprises’, le ‘Buck Owens Productions’ ed il ‘Buck Owens Ranch Show’.
Purtroppo la tragica e prematura scomparsa di Don Rich e la crisi matrimoniale con la corista Jana Jae conducono Buck ad un ritiro dalla scena alla fine degli anni ’70, dopo aver lasciato la Capitol per la Warner.
Come abbiamo detto, c’è voluta la cocciutaggine di Dwight Yoakam, dopo numerose visite a Bakersfield, a risvegliare Buck dal suo letargo, nell’86. Di nuovo alla Capitol, Buck mette a segno tre nuovi albums di re-incisioni, seguiti da numerose ristampe, fra cui la piú recente compilation Rig Rock Deluxe. Di chi volete che vi parli la prossima volta: Terry Allen? Gene Autry? Jimmy Dean?
Fabio Ragghianti, fonte Country Store n. 36, 1997