Nessun dubbio: che Bob Dylan sia un profeta, credo, siamo tutti d’accordo. Così come sul fatto che alcune sue canzoni (a distanza di anni) suonino ancora oggi poetiche, efficaci e drammaticamente attuali. Ce ne fornisce un esempio mirabile l’ottimo Buddy Miller, musicista cult della scena roots rock americana, con una cover della classica With God On Our Side proposta in versione epica (ma decisamente suggestiva) all’interno di un progetto profondamente religioso come Universal United House Of Prayer. Miller arrangia il brano quasi fosse un pezzo di Slow Train (il disco ‘cristiano’ di Dylan); e ne scandisce (per una migliore comprensione) le durissime liriche che denunciano violenze, guerre o addirittura genocidi compiuti dal civilizzato mondo occidentale “nel nome del Signore”.
With God On Our Side è uno dei momenti migliori di un album bello, vario e interessante che mostra il lato spirituale di Miller ma anche la sua coscienza sociale, nonché l’amaro e triste sentimento collettivo per i tempi cupi che stiamo vivendo. Gli altri dieci pezzi del disco sono altrettanto ispirati e coinvolgenti. Miller è bravissimo nel proporre una miscela musicale, sorta di quintessenza delle radici americane, in cui country, blues e roots rock si fondono in modo naturale, ed esteticamente elegantissimo, con il gospel.
Che si tratti di canzoni a sua firma (in collaborazione con la deliziosa moglie Julie e con altri songwriter alternativi come Jim Lauderdale e Victoria Williams) o di cover di Mark Heard (l’iniziale Worry Too Much), Bob Dylan o Louvin Brothers (la fantastica There’s A Higher Power, Miller dimostra ancora una volta di essere un autentico ‘professore’ nella manipolazione di materiale roots. Nota di merito finale per le formidabili voci delle sorelle McCrary, figlie del Reverendo Sam, dei Fairfield Four.
New West 6063 (Roots Rock, 2004)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 110, 2004
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