Carl Jackson, John Starling & The Nash Ramblers - Spring Training cover album

Al primo ascolto di questo Spring Training, opera prima del team formato da Carl Jackson e John Starling (grandi veterani bluegrass da tempo convertiti alla country music e a Nashville), mi è sembrato di ascoltare parte di Circle II. Le atmosfere e i suoni in effetti sono molto simili, con chitarre acustiche brillanti e pulite, mandolino, fiddle, contrabbasso, dobro e una batteria molto discreta.
L’impostazione globale, però, è ad un ascolto attento decisamente country: anzi, qui di bluegrass proprio non se ne parla per niente. In alcuni pezzi, per di più, John Starling sembra voler citare suoni ed atmosfere dal suo primo album, Long Time Gone, il che è curioso, ma tutt’altro che negativo. E tutt’altro che negativo è anche il CD nel suo complesso, anche se l’andazzo molto tranquillo può farlo passare per un prodotto da easy listening.

Sono soprattutto gli ottimi Nash Ramblers a fare di Spring Training un buon album di ascolto piacevolissimo: costoro altri non sono che i signori Sam Bush, Al Perkins, Randy Stewart e Roy Huskey Jr. E scusate se è poco.
A loro si aggiungono un paio di ottimi batteristi e Glen Worf al basso in un paio di pezzi. Emmylou splende nei cori, e ci ricorda che è sempre grande duettando con Jackson in Don’t Let Our Love Die di Alan O’Bryant.
Riguardo ai due titolari, dobbiamo notare che Jackson è maturato come cantante negli ultimi anni, e se è avvertibile una discreta dose di George Jones in alcuni momenti, è pur sempre presente in diversi pezzi il “taglio” vibrante proprio della vocalità bluegrass, in particolare in Arkansas Farmboy o Lonesome Dove.
John Starling, che un vero e proprio cantante bluegrass non è in fondo mai stato, è sempre a mio parere grande, intenso e al tempo stesso pacato nell’esposizione dei brani, e raffinato e misurato in ogni momento.

Sugar Hill 3789 (Country Acustico, 1991)

Silvio Ferretti, fonte Out Of Time n. 4, 1994

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