Charlie Robison - Life of the party cover album

Accorciate le bionde e fluenti chiome delle quali Charlie faceva bella mostra sulla copertina del suo CD di esordio, intitolato Bandera e datato 1995, rieccolo comparire per una indie (Lucky Dog) distribuita da una major (Sony) con un CD dal titolo Life Of The Party. Quello che più colpisce all’ascolto del prodotto in questione è la varietà dei temi affrontati, sia in termini stilistici, che di contenuti.
Si parte dal rock di Poor Man’s Son, scandito da una batteria molto secca, ma ingentilito da un simpatico Farfisa (che tanto ricorda il sound del Sir Douglas Quintet), per proseguire con l’esercizio tipicamente cantautorale di Sunset Boulevard, tutto giocato su di una chitarra acustica piuttosto ‘svogliata’ e sulla voce dal tono quasi annoiato di dover raccontare le sue storie.
All’entrata dell’elettrica solista e dell’organo in sottofondo il brano si illumina di luce propria, ma il cantato persiste nella sua voluta indifferenza, creando così un contrasto di grande effetto.

Barlight è un gradevole rock, immediato nell’approccio e nell’accettazione da parte dell’ascoltatore. Molto efficace il suono ‘sporco’ della chitarra elettrica, subito bissato da una steel che si insinua veloce nei solchi del bridge. Brusco ritorno ad atmosfere più consone alla figura del Robison-cantautore con My Hometwon, mentre Don’t Call Me A Fool è a metà strada fra lo shuffle e le sonorità Tex-Mex, con i tacchi degli stivali solidamente piantati nel riarso suolo texano. You’re Not The Best è introdotta da una steel molto tradizionale e non è da meno il fiddle, allo scopo di ricreare il country-sound più tipico; ciliegina sulla torta è poi l’inconfondibile ‘Texas drawl’ (opportunamente enfatizzato) del nostro Charlie.
Questo ed altro per una conferma – l’ennesima – delle potenzialità artistiche dello Stato della Stella Solitaria.

Lucky Dog CK 69327 (Singer Songwriter, Alternative Country, 1998)

Dino Della Casa, fonte Country Store n. 58, 2001

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