Chip Taylor è un veterano della scena discografica internazionale, sia a livello compositivo (sua era Wild Night, a suo tempo portata al successo dai Troggs) che a livello interpretativo in prima persona e ben lo dimostrano i suoi undici albums, l’ultimo dei quali intitolato Let’s Leave This Town (2002) è anche il primo di quelli accreditati al duo con Carrie Luz Rodriguez, una promettente fiddler (si è diplomata ‘magna cum laude’ al Berklee College of Music di Boston e vanta collaborazioni con Lyle Lovett e John Platania, chitarrista di Van Morrison e Bonnie Raitt) proveniente da Austin, Texas.
Questa seconda prova risulta ancora più convincente della precedente – peraltro molto valida – e ci mostra un aspetto dei due che indulge pesantemente verso panorami stilistici che molto devono alle tematiche care al Lone Star State.
Saranno un po’ le radici texane di Carrie, sarà la presenza di musicisti quali Lloyd Maines (ma troviamo anche lo stesso Platania affiancato a Earl Poole Ball e Redd Volkaert fra i più noti), ma il risultato è dannatamente gradevole ed intrigante fin dalle prime note dell’iniziale Don’t Speak In English, composta dallo stesso Taylor come tutto il materiale dell’albums, pur con qualche contributo della stessa Rodriguez.
Memphis, Texas (esiste davvero una cittadina con questo nome, vicino ad Amarillo) non ha niente da invidiare alle performances acustiche migliori di Nanci Griffith o di Rosie Flores, mentre All The Rain è più spigliata e mossa, grazie all’uso di fiddle ed armonica a bocca e vanta una strofa particolarmente gradevole: “..Can’t believe they don’t drown – with all that rain in their heart…”.
Tutto il disco si fa ascoltare con molto piacere e questo vale anche per Curves & Things e The Trouble With Humans, rilassate ballate country-oriented, per l’omaggio alla verde terra d’Irlanda di Oh Ireland, per l’introspettiva e minimalista Fall, per la texana Laredo con i suoi accenti country-blues, per l’altrettanto caratterizzata Dirty Little Texas Story, per Confessions, elaborata a livello vocale e per le conclusive I Need A Wall e We Come Up Shining.
C’è anche un ghost-track, molto country-oriented, con citazioni illustri, quali quella del testo di I Can’t Help It If I’m Still In Love With You (Hank Williams) o Bridge Over Troubled Water (Paul Simon), dove Chip Taylor imita la versione cavernosa che il compianto Johnny Cash ha fornito nel suo epitaffio discografico American IV: The Man Comes Around.
Chip Taylor ha i capelli bianchi, ma l’esperienza di vita che lo ha portato ad incanutire la sua chioma, gli ha anche conferito quel sapere che potrà trasmettere alla più giovane Carrie Rodriguez. Se tutto andrà bene, le nostre orecchie (ed il nostro cuore) possono stare tranquille per gli anni a venire.
Train Wreck TW020 (Singer Songwriter, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 71, 2004