Christine Lakeland – Reckoning cover album

Christine Lakeland ha iniziato la sua carriera negli anni Settanta in veste di corista per artisti country come Tania Tucker e Merle Haggard, nel frattempo ha avuto modo di lavorare anche con grandi del rock quali Hoyt Axton e Leon Russell, affinando la sua personalità musicale e maturando utili esperienze per la sua formazione artistica.
Ma questa cantautrice e chitarrista deve la sua fama alla lunga militanza di side-woman nella band di J.J. Cale con il quale registrerà diversi album e lavorerà per tutti gli anni 80 sino ad oggi. Questa lunga relazione professionale, che lascia segni indelebili nella sua attività musicale, porta Christine ad esordire nell’85 con Veranda ed a riproporsi qualche anno dopo con un lavoro ancor più convincente e maturo dal titolo Fireworks prodotto da Dennis Walker (Robert Cray).
Christine sembra aver imboccato la via del blues, in una dimensione elegante e raffinata, ricca delle morbide e sinuose influenze di J.J., ma con Reckoning ci stupisce grazie ad un lavoro più rockeggiante personale e ad ampio respiro, anche se non lontano dalle sonorità del discusso Cale di oggi.

La sua band è integrata da un cast stellare dove spiccano Benmont Tench, Mike Campbell, Tim Drummond, Jim Keltner ed il suo stesso mentore J.J. Cale, per intrepretare una dozzina di brani originali che si distinguono per la raffinata eleganza espressiva di un sound originale e coinvolgente. Christine si era già messa in evidenza in passato per le eccellenti doti di cantante-chitarrista, per la bella e duttile voce, ma Reckoning l’impone alla nostra attenzione come autrice capace non solo di cimentarsi con il blues ma anche con il rock dai gradevoli accenti beatlesiani e Fleetwood Mac.
Ballads e rock-songs si alternano a blues, prevale un guitar-oriented-sound seducente e di pregevole fattura, dove la chitarra di Christine e dei suoi ospiti è sorretta dalle tastiere di Benmont Tench. Eccellente rock d’autore al femminile.

Sky Ranch 882712 (Roots Rock, 1993)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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