May è il terzo disco per Cindy Woolf, musicista di Batesville, Arkansas, da una quindicina di anni residente nelle Ozark Mountains del Missouri. I suoi primi due, l’acustico Simple Few del 2006 e il leggermente più elettrificato Before Daylight del 2009, ci hanno fatto conoscere la sua particolare voce dalle tonalità cristalline e quasi infantili che talvolta rimandano alla prima Iris DeMent, il suo stile compositivo le cui radici affondano in un genuino retaggio country-folk, la sua sensibilità e la sua profonda sincerità. Ad affiancarla in questo suo nuovo lavoro c’è l’ormai immancabile e fedelissimo Mark Bilyeu, chitarrista e produttore che fa coppia fissa con Cindy Woolf da parecchi anni.
May gioca le proprie carte basandosi su melodie tipicamente country, dall’impianto prevalentemente acustico avvalendosi di una discreta sezione ritmica nelle mani di David Bright alla batteria e Ryan Kennedy al basso e di un bravo pianista come Joe Terry in passato turnista per Dave Alvin. Pochi ma valenti sono gli ospiti, da Travis Linville alla lap steel a Molly Healey a violino e cello, per citare quelli che maggiormente si mettono in mostra senza comunque strafare. E’ questo uno dei motivi vincenti dell’album, il non esagerare e il rimanere sempre entro giusti limiti, mostrando quanto la semplicità possa risultare indovinata.
Dodici sono i brani che inquadrano perfettamente le intenzioni di Cindy Woolf e Mark Bilyeu, quelle di porsi come semplici e umili eredi di una grande tradizione. Il gusto personale fa propendere per canzoni come Like The Weather, Said He Wouldn’t Be Mine, A Heart This Lonely e It Weighs Heavy, tra le più riuscite di un disco che potrà riservare momenti piacevolissimi.
Autoprodotto (Country Folk, Folk, Singer Songwriter, 2013)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2013
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