Clint Black

L’occasione per parlare di Clint Black mi viene offerta dalla pubblicazione, sempre su etichetta RCA Nashville, del nuovo album D’lectrified. Si tratta di un dischetto semi-acustico, dove Clint reinventa se stesso proponendo, senza l’ausilio di strumenti elettrici, alcuni dei suoi vecchi successi arrangiati in maniera molto spartana, squisite covers come Bob Away My Blues dell’ex Marshall Tucker Band Toy Caldwell, Dixie Lullaby di Leon Russell o Are You Sure Waylon Done It This Way? del grandissimo Waylon Jennings e brani completamente inediti (sempre in versione ‘unplugged’).

Per dar un’anima a questo progetto Clint ha sconvolto tutti gli schemi imposti dall’industria discografica di Nashville, ed invece di rimanere arroccato su tranquilli e remunerativi dischi da classifica, ha voluto rischiare in prima persona, proponendosi spesso in chiave voce e chitarra. Personaggio sempre in qualche modo al di sopra delle righe, Clint Black nasce a Long Beach, New Jersey nel 1962 ma cresce ad Houston, TX, dove giovanissimo si esibisce suonando armonica e chitarra.

Nel 1988 invia una demo, incisa con l’amico Hayden Nicholas, a Billy Ham (manager dei ZZ Top) che gli procura provino e relativo contratto con la RCA Nashville. L’anno seguente arriva immancabile il primo grande successo col brano A Better Man. Scritto dalla coppia Black-Nicholas, A Better Man diventa presto un mega-hit e serve come trampolino di lancio per l’album di esordio Killin’ Time che in poco tempo raggiunge quota due milioni di copie vendute.

Anche il secondo album, Put Yourself In My Shoes del 1990, diventa di platino in soli due mesi dalla pubblicazione e Clint Black, nonostante parecchie stazioni radio americane continuino a confonderlo con Garth Brooks, entra definitivamente nell’Olimpo della moderna country music. I successivi The Hard Way (1992), No Time To Kill (1993) e One Emotion (1994) sono classici prodotti new-country costruiti sulla bella voce del protagonista che giostra su arrangiamenti sempre a mezza strada tra tradizionale e moderno.

Studiati e pensati per i nuovi country fans, questi dischi consolidano Clint Black come uno degli artisti di punta della RCA e lo consacrano come superstar a livello mondiale. Indubbiamente sono tre albums ricchi di belle canzoni, cantate con una voce fra le piú amate dal pubblico (soprattutto femminile) e suonate dai migiori session men del momento. La ditta Black & Nicholas, sfornando successi a ripetizione come Summer Comin’, Wherever You Go o No Time To Kill, raccoglie Awards (e dollari) a profusione.

Nel 1995 arriva il disco di Natale (Looking For Christmas) che peró, contrariamente alle aspettative, non è il classico Christmas album tutto gioia e zucchero, ma si tratta di un disco molto intimista che induce piú alla riflessione e all’introspezione piuttosto che alla spensieratezza e all’allegria.

Nothin’ But The Taillights del 1997 segna una tappa importante nell’evoluzione musicale del nostro artista. Il disco infatti mostra un musicista che cerca di accantonare momentaneamente il suo stile new-traditionalist, per esplorare il mondo della country music da altre angolazioni, coadiuvato da personaggi del calibro di Chet Atkins e Alison Krauss & Union Station.

Giungiamo cosí a D’electrified, il primo album in dieci anni di carriera non composto interamente da brani originali. Acustico e sobrio, è sicuramente l’album piú ‘difficile’ ed impegnativo di tutta la discografia di Clint Black. Meno immediato ed orecchiabile dei precedenti, D’electrified si rivolge prevalentemente ad una audience piú matura, capace di apprezzare sofisticate ballate costruite semplicemente sulla voce e sulla chitarra.

Discografia:
Killin’ Time – 1989
Put Yourself In My Shoes – 1990
The Hard Way – 1992
Clint Black – 1993 (compilation con materiale giá edito)
No Time To Kill – 1993
One Emotion – 1994
Looking For Christmas – 1995
The Greatest Hits – 1996
Nothin’ But The Taillights – 1997
D’electrified – 1999

Partecipazioni:
Roy Rogers Tribute – 1991 (Hold On, Partner in coppia con Roy Rogers)
My heroes Have Always Been Cowboys – 1991 soundtrack (Nothing’s News)
Common Thread: Songs Of The Eagle –
1993 (Desperado)
maverick –
1994 soundtrack (A Good Run Of Bad Luck)
Mama’s Hungry Eyes: Tribute To Merle Haggard –
1994 (I Take A Lot Of Pride In What I Am)
Tower Of Song: Tribute To Leonard Cohen –
1995 (Light As The Breeze)
Tribute To Tradition –
1998 (Same Old Train)
Rudolph The Red-Noised Reindeer –
1998 soundtrack (Rudolph The Red-Noised Reindeer)
The Price Of Egypt –
Nashville 1998 (Humanity)
Ride With Bob: A Tribute To Bob Wills –
1999 (Bob Wills Is Still The King cantata con Asleep At The Wheel)

Gianluca Sitta, fonte Country Store n. 50, anno 1999

Link amici