Un incidente può troncare una carriera ma può farne nascere un’altra. Questo è quello che è successo al texano Cody Widner, prima giocatore di football e ora un promettente cantante country a causa o grazie a un incidente che ne ha compromesso il suo futuro sportivo.
Sapremo solo in futuro se questo incidente è stato una disgrazia o una fortuna per Cody Widner.
Questo Honky Tonk Heart, già dal titolo non lascia dubbi sullo stile che caratterizza l’intero album. Stile e ritmo tradizionale con una spruzzatina di Nashville sound ma, purtroppo, non registrato a Nashville e si sente, manca un po’ di professionalità negli arrangiamenti.
Lo stile è accattivante per ogni amante della musica country tradizionale ma manca un po’ di originalità. Pare di ascoltare un George Strait però meno talentuoso.
Qualcuno lo ha soprannominato ‘il figlio prediletto della Hill Country’ riferito alla vastissima zona del Texas, ma forse ha un po’ esagerato, basti pensare che dalla stessa zona arrivano talenti come ad esempio, per citarne uno solo, Willie Nelson.
Cody scrive un solo pezzo niente male, Drinkin Doubles, ma è il chitarrista Benny McArthur l’autore più prolifico, con ben sette pezzi, alcuni dei quali molto belli come lo swing Back In The Swing Of Things.
Una sola cover di rilievo, Mirrors Don’t Lie, di Merle Haggard, che senza sforzi eccessivi si pone al primo posto nella classifica di gradimento del sottoscritto.
Non solo pezzi honky tonk o swing, ma anche tante ballate scritte in gran parte dal chitarrista Benny McArthur, autore anche della conclusiva What Time Does The Band Start, un bel valzer.
Un album che non vi farà sobbalzare, ma tutto sommato si tratta di un bel cd, onesto e gradevolissimo.
Vista Media CW 3374-2 (Traditional Country, 2005)
Roberto Campovecchi, fonte TLJ, 2007
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